Gianluca Salviato perde lavoro, libero da 2 mesi dopo rapimento in Libia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Gennaio 2015 - 11:56 OLTRE 6 MESI FA
Gianluca Salviato perde lavoro, libero da 2 mesi dopo rapimento in Libia

Gianluca Salviato perde lavoro, libero da 2 mesi dopo rapimento in Libia (foto Lapresse)

TREBASELEGHE (PADOVA) – Due mesi fa rilasciato dopo il rapimento, oggi in cassa integrazione: per Gianluca Salviato, tecnico di Trebaseleghe (Padova), sotto sequestro in Libia per 8 mesi, i guai non sembrano finire per il momento. L’azienda di costruzioni per cui lavorava, la Enrico Ravanelli, ha infatti deciso di chiudere il cantiere in Libia, quello in cui Salviato lavorava quando è stato rapito. Oltre a lui, altre 14 persone rischiano di restare senza lavoro. La motivazione ufficiale dell’azienda: la Libia è un paese pericoloso, anche sulla base di questo rapimento.

Davide Tamiello e Alberto Zorzi sul Corriere della Sera raccontano maggiori dettagli:

Dall’incontro di giovedì con i vertici aziendali, però, sindacalisti e dipendenti sono usciti con grande pessimismo. L’ipotesi più probabile è che dall’1 febbraio i 15, tra cui appunto Salviato, restino a casa definitivamente. «La trattativa non è ancora chiusa ma la situazione è molto complicata – dice Mauro Rainis della Feneal Uil di Udine – La Ravanelli, oltre al cantiere in Libia, ha solo quello in Italia e non è in grado di assorbirli. Cercheremo di salvare i lavoratori ma è un momento critico anche qui in Italia per l’azienda». Salviato, per ora, cerca di non farne un dramma, anche se l’amarezza trapela dalle sue parole. «Non è certo una cosa che faccia piacere, anche perché dopo quello che mi è successo mi aspettavo qualcosa di diverso dalla cassa integrazione – ammette – Ci siamo rimasti tutti male dopo l’incontro di giovedì, anche perché abbiamo dato parecchio all’azienda, tutti abbiamo lavorato con grande professionalità in mezzo a mille difficoltà. Cosa farò? Andrò in disoccupazione ma non resterò certo con le mani in mano. Mi cercherò un altro lavoro come ho sempre fatto nella mia vita».