Gianni Trez, suicidio assistito in Svizzera come Dj Fabo: “Basta pellegrinaggi crudeli”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Febbraio 2017 - 16:51 OLTRE 6 MESI FA

VENEZIA – Gianni Trez è morto alle 12 del 28 febbraio, circondato dai suoi cari. Il pensionato di Venezia si è spento a 65 anni nella stessa clinica in Svizzera, dove si è lasciato morire anche Dj Fabo. Mano nella mano con la moglie Emanuela Di Sanzo, Gianni ha scelto il suicidio assistito per porre fine alla sua vita. La moglie ora ha lanciato un nuovo appello: “Anche mio marito voleva morire in Italia, ora facciamo una legge per impedire questi pellegrinaggi crudeli”.

Proprio come Dj Fabo, racconta la moglie Emanuela all’Ansa, Gianni Trez ha scelto di morire e non ha sofferto: “Era sereno, io e mia figlia gli abbiamo stretto le mani fino all’ultimo. L’uomo avrebbe potuto vivere per anni, soffriva di tumore, ma i dolori erano lancinanti, non riusciva a mangiare, parlare o dormire. Poi la decisione, come ha raccontato al Fatto Quotidiano:

“Sono sempre stato un salutista. Vegano, addirittura. Poi la diagnosi del tumore, la prima operazione, le cure. Quindi la ricaduta, altre terapie, altra operazione. E ho detto basta! Mi sono informato, ho mandato le cartelle cliniche. E alla fine, dopo mesi di attesa, mi hanno convocato”.

 

Il Gazzettino scrive che Gianni si è rivolto alla clinica Dignitas di Pfaffikon, città a 20 chilometri da Zurigo in Svizzera. La moglie e la figlia Marta lo hanno accompagnato e hanno raccontato:

“Gianni era malato da due anni e la sua malattia lo ha ridotto ad avere una non vita. Diversi anni fa, ben prima che Gianni si ammalasse, eravamo insieme davanti alla televisione e guardavamo un programma dove c’era un servizio proprio su questo suicidio assistito in Svizzera. Ganni mi ha guardato e me lo ha detto in quel momento: “Se mi ammalo voglio morire così”. Adesso siamo qui”.

Poi ha lanciato il suo appello perché i malati italiani non debbano rivolgersi all’estero per il suicidio assistito:

“Viviamo in un Paese incivile che non concede di morire in modo dignitoso. Come diceva sempre è stato più facile morire che vivere senza dignità. Ci ha sorriso ed è morto sereno”.