L’incredibile scelta di Formigoni su Ambrosoli: critiche dai giornali

Pubblicato il 22 Marzo 2012 - 11:14 OLTRE 6 MESI FA

Giorgio Ambrosoli

MILANO – Una decisione “singolare”, per dirla con le parole di Michele Serra, quella della Regione Lombardia di escludere i parenti di Giorgio Ambrosoli dal ricordo pubblico. Nella commemorazione al liquidatore del Banco Ambrosiano, ucciso su ordine di Michele Sindona nel 1979, il Pirellone ha deciso di non invitare i parenti dell’avvocato. Una decisione presa a pochi giorni dall’intervista in cui il figlio dell’avvocato, Umberto Ambrosoli, aveva detto che il presidente della Regione Roberto Formigoni avrebbe dovuto azzerare la giunta dopo gli scandali che hanno colpito 10 degli assessori regionali. Quasi per ripicca Formigoni ha allora deciso di non invitarlo alla commemorazione del padre.

“In questi giorni stiamo vivendo una circostanza particolare – aveva detto Umberto Ambrosoli a Repubblica – con i vertici regionali del centrodestra e del centrosinistra sotto indagine per fatti diversi tra loro. Credo sia giusto, allora, pretendere da tutti loro un passo indietro. O, ancor meglio, che il presidente Roberto Formigoni azzeri la giunta, perché in questa fase una titubanza potrebbe essere interpretata come assenza di autorità. In una azienda privata, in situazioni analoghe, se la proprietà non cambiasse un cda corrotto, rischierebbe di passare per collusa”.

Michele Serra su Repubblica commenta l’esclusione dei famigliari dalla lista degli invitati: Quasi non ci si crede, che la Regione Lombardia abbia deciso di non invitare Umberto Ambrosoli alla proiezione del film “Un eroe borghese”, storia di suo padre Giorgio fatto assassinare da Michele Sindona nel 1979. Non ci si crede per l’assurdità del fatto in sé e perché il pretesto (miserabile) sarebbe che Umberto Ambrosoli ha osato criticare Formigoni in un’intervista a questo giornale. Tanto sarebbe bastato a depennarlo dagli invitati a una manifestazione che riguardava suo padre, la sua famiglia e, non ultima, anche l’opera di narrazione e di divulgazione di un figlio che ha saputo tenere viva la memoria civile di Milano e del nostro paese.

Non ci si crede, perché che il potere sia arrogante è purtroppo un dato di fatto che l’esperienza conferma; ma che sia anche così stupido e autolesionista, è cosa che rasenta la surrealtà. Stupido e autolesionista perché chiunque, di fronte a una notizia del genere, è portato a pensare a un potere che sta delirando, non si capisce se per paura o per sfinimento. Sia stato Formigoni in persona a prendere la decisione, oppure un suo collaboratore zelante quanto ottuso, il risultato non cambia: non è un gesto di forza, è un gesto di panico.

Anche Giangiacomo Schiavi per il Corriere della Sera commenta quello che definisce un episodio vergognoso: Più che uno sgarbo è una vergogna considerare Umberto Ambrosoli ospite sgradito alla giornata della legalità organizzata dalla Regione Lombardia. L’invito a non presentarsi è stato riferito da Jole Garuti, responsabile dell’associazione Omicron: qualcuno in Regione si sarebbe risentito per le critiche alla giunta espresse dal figlio dell’avvocato assassinato nella notte tra l’11 e il 12 luglio 1979. Umberto Ambrosoli doveva presentare il film «L’eroe borghese», dedicato al padre Giorgio, che pagò con la vita la denuncia del sistema corrotto di Michele Sindona. Davanti alla platea di studenti e consiglieri regionali, insieme al giudice Turone si è presentata la sorella di Umberto, Francesca.

Un cambio in corsa per evitare polemiche e non inquinare la giornata dedicata ai valori dell’onestà e della responsabilità, di cui si sente il bisogno anche nel palazzo della Regione: se l’impegno per la legalità deve avere un senso, la questione politica non deve avere il sopravvento su quella etica. Oggi l’ufficio di presidenza della Regione nega di aver messo qualsiasi tipo di veto, ma certi comportamenti segnalano distorsioni imbarazzanti che un’istituzione non dovrebbe mai avere. Qualunque cosa succeda.

Nella sua intervista a Repubblica il figlio di Ambrosoli aveva anche rincarato la dose: “C’è una sfacciataggine condivisa, in queste vicende. Si ha la sensazione che sia venuto meno il controllo reciproco, quello per cui non compio atti illeciti non solo perché è reato, ma anche perché chi mi sta accanto potrebbe scoprirmi. Da cittadino non sono il solo a provare disagio per questa situazione, fermo restando che certamente in Regione ci sono anche tante persone per bene. Mi chiedo cosa si aspetti per prendere provvedimenti radicali”.