Trovato agonizzante e in coma etilico in cortile, aveva segni di percosse. Giallo a sulla morte di un uomo di Favaro (Venezia)

Un uomo di 48 anni, Giorgio Manente, è stato trovato in stato di incoscienza nel cortile della sua abitazione di Favaro Veneto, in provincia di Venezia, probabilmente in coma etilico. Trasportato d’urgenza in ospedale, però, l’uomo non ce l’ha fatta ed è deceduto venerdì nel reparto di Medicina dell’ospedale dell’Angelo.

Un vicino di casa, passando per il chiostro dell’edificio di via Altinia ha visto la sagoma di un uomo steso a terra e ha subito chiamato il 118. Arrivato al Pronto soccorso in coma etilico, Manente presentava sul corpo evidenti segni di ecchimosi, probabilmente causa di percosse. Il 48enne sarebbe morto a causa delle complicazioni, visto il suo stato di salute comunque precario e il suo fisico provato.

Sarà solo l’autopsia, disposta dalla Procura che ha aperto un fascicolo sul caso, a fare luce sulle vere cause della morte di Giorgio Manente. Al momento, infatti, non è ancora chiaro cosa sia successo mercoledì pomeriggio. I carabinieri, dopo la segnalazione da parte dei sanitari di Mestre i carabinieri stanno cercando di acquisire elementi utili.

Molto conosciuto a Favaro, Manente era soprannominato “il rosso” per via del colore dei suoi capelli e veniva considerato come una persona espansiva, l’amico di tutti, anche se un po’ molesto quando esagerava con l’alcol. Tanto il 48enne era stato segnalato ai medici di competenza e i servizi sociali si erano occupati di lui, richiedendo una consulenza psichiatrica a cui l’uomo però non si è mai sottoposto.

Un paio di settimane fa, durante una festa di paese, Manente era stato picchiato da un gruppo di vandali, apparentemente senza motivo. Questo spiega i segni che ancora portava sul suo corpo. Ma fondamentalmente era un uomo buono, e ora che è scomparso sono in molti a chiedere la verità sulla sua morte.

Primo tra tutti il parroco di Sant’Andrea, don Michele Somma, che lo conosceva bene, come anche il gruppo parrocchiale che organizza le iniziative. “Non faceva male a nessuno – ha spiegato don Michele – era un po’ sfortunato, lo aiutavamo per quel che potevamo, non capiamo che cosa gli sia successo”.

Anche il consigliere comunale Renato Boraso (Pdl) vuole sapere cosa gli è davvero accaduto: “Se è morto a seguito delle percosse è un fatto grave. All’inizio di giugno c’era stato un episodio analogo. Giorgio era stato picchiato ma non aveva voluto sporgere denuncia e c’è chi sostiene che nelle settimane successive qualcuno si era accanito su di lui ancora una volta. Invito Procura e forse dell’ordine a svolgere indagini approfondite, a sentire tutti i testimoni perché non è possibile prendersela con i più deboli, con le persone fragili come lui. Era vero, beveva, era alcolizzato, ma questo non dà diritto a nessuno di sfogarsi su di lui”.

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