Giornata contro la violenza sulle donne: perché il 25 novembre, quante vittime di femminicidio nel 2021

Oggi, giovedì 25 novembre, si celebra la giornata contro la violenza sulle donne. Si tratta di una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. L’Onu ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le Ong a organizzare in quel giorno attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema.

Giornata contro la violenza sulle donne: perché il 25 novembre e quando è nata?

Il 25 novembre 1960, nella Repubblica Dominicana, furono uccise tre attiviste politiche, le sorelle Mirabal (Patria, Minerva e Maria Teresa) per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo. Quel giorno le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.

Nel 1981, nel primo incontro femminista latinoamericano e caraibico svoltosi a Bogotà, in Colombia, venne deciso di celebrare il 25 novembre come la Giornata internazionale della violenza contro le donne, in memoria delle sorelle Mirabal.

Nel 1991 il Center for Global Leadership of Women (CWGL) avviò la Campagna dei 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere, proponendo attività dal 25 novembre al 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani.

Nel 1993 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la Dichiarazione per l’eliminazione della violenza contro le donne ufficializzando la data scelta dalle attiviste latinoamericane.

I dati della violenza sulle donne e del femminicidio in Italia

Nel 2021 ogni giorno in Italia 89 donne sono state vittime di violenza. Secondo l’ultimo report della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, nel 36 per cento dei casi, l’autore del femminicidio è stato il marito o il convivente.

Ci sono poi i dati relativi al femminicidio. Sono 109 quelle donne morte dall’inizio dell’anno, l’8% in più rispetto all’anno scorso, 63 per mano del partner o dell’ex.

Femminicidio in Italia: numeri e dati del 2020

Nel 2020 i femminicidi, secondo questa definizione, sono stati 106 (quasi 9 al mese) su 116 rilevati in totale. Lo rileva l’Istat nel rapporto ‘L’effetto della pandemia sulla violenza di genere – Anni 2020-2021’. Dei 10 non considerati tra i femminicidi, 5 sono omicidi di donne imputabili a motivazioni economiche o a reati di rapina o all’ambito degli stupefacenti (3 da conoscente e 2 da sconosciuto) e 5 sono omicidi commessi da sconosciuti che non presentano un motivo riconducibile all’omicidio di genere né alla vulnerabilità della vittima.

Delle 116 vittime donne, il 34,5% è stata uccisa con un’arma da taglio, il 25,9% con un’arma da fuoco, ben il 12,9% con percosse e il solo uso delle mani, l’8,6% con arma impropria mentre il 18,1% è stata uccisa in altri modi, ad esempio per asfissia e strangolamento e in pochi casi per avvelenamento. La percentuale di donne uccise da armi da fuoco aumenta, però, se l’autore è il partner attuale o precedente (32,8%). Dati, questi, che sono stabili nel tempo. Al contrario gli uomini vengono uccisi nel 42,4% dei casi con armi da fuoco (72 casi su 170) e nel 33,5% con armi da taglio.

Scarpe rosse contro la violenza sulle donne

In molti paesi, come l’Italia, il colore esibito in questa giornata è il rosso e uno degli oggetti simbolo è rappresentato da scarpe rosse da donna, allineate nelle piazze o in luoghi pubblici, a rappresentare le vittime di violenza e femminicidio.

L’idea è nata da un’installazione dell’artista messicana Elina Chauvet, Zapatos Rojos, realizzata nel 2009 in una piazza di Ciudad Juarez, e ispirata all’omicidio della sorella per mano del marito e alle centinaia di donne rapite, stuprate e assassinate in questa città di frontiera nel nord del Messico, nodo del mercato della droga e degli esseri umani.

L’installazione è stata replicata successivamente in moltissimi paesi del mondo, fra cui Argentina, Stati Uniti, Norvegia, Ecuador, Canada, Spagna e Italia. La campagna in Italia viene in particolar modo portata avanti dal Centro antiviolenza e dalle Associazioni di donne impegnate nell’ambito della Violenza contro le donne.

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