Giovanni Custodero, fidanzata: Voleva eutanasia ma non è legale Giovanni Custodero, fidanzata: Voleva eutanasia ma non è legale

Giovanni Custodero, la fidanzata: “Avrebbe chiesto l’eutanasia se fosse stata legale”

Giovanni Custodero, fidanzata: Voleva eutanasia ma non è legale
Giovanni Custodero e la fidanzata Luana (foto da Facebook)

ROMA – Se fosse stato legale in Italia, il calciatore Giovanni Custodero avrebbe scelto l’eutanasia. A raccontarlo è la fidanzata Luana, che gli è stata vicino durante la malattia. L’ex calciatore ha affrontato un sarcoma osseo all’ultimo stadio e si è spento domenica 12 gennaio, dopo aver scelto la sedazione profonda.

Intervistata da Repubblica, la fidanzata di Custodero ha raccontato: “All’inizio di dicembre Giovanni ha saputo dai medici che davvero non c’era più nulla da fare, la malattia era all’ultimo stadio. Così ha scelto come vivere i suoi ultimi giorni”.

Luana racconta gli ultimi giorni del suo Giovanni: “Ha deciso di comunicare a tutte le persone più care lo stato della sua malattia e la volontà di morire. Non ne poteva più di soffrire. Se fosse stata legale, Giovanni avrebbe chiesto l’eutanasia. Ha chiesto alla sorella Marianna di portare avanti, in suo nome, la battaglia per l’eutanasia legale”.

I due si erano conosciuti da giovanissimi e nel 2016, quando la diagnosi di sarcoma osseo è arrivata, erano ancora insieme: “Quando gli amputarono la gamba mi chiese se lo volevo ancora – e prosegue -. Gli risposi: con una gamba in più o meno sei sempre il mio Giovanni”.

La fidanzata ricorda che “la sua forza d’animo colpiva”: “La sfida per trovare i soldi delle cure per cui nel 2018 aveva lanciato le magliette con il disegno di un elmo, da guerrieri, appunto. Lo seguivano migliaia di malati. Chi aveva bisogno di conforto andava da Giovanni. E lui utilizzava il raccolto delle donazioni per portare allegria e giocattoli ai bambini dei reparti oncologici”.

E prosegue: “Quando Giovanni mi ha detto di voler morire, mi sono stesa accanto a lui. Mi girava la testa. Siamo stati ore in silenzio. Poi, però, mi ha spronato: ‘Luana, vai e spacca tutto, realizzati, vivi'”. E conclude: “Durante la sedazione, ogni tanto apriva gli occhi e mi mandava un bacio. Il giorno in cui è morto, nel dormiveglia, mi ha abbracciato con una forza pazzesca, pensavo che i miei capelli lo soffocassero. Poi piano piano mi ha lasciato e ho capito che non c’era più”. (Fonte Repubblica)

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