ROMA – Si chiama Giovanni De Carlo, ha 39 anni. E per molti, a Roma Nord, è “Giovannone”. E’ uno dei tanti indagati nell’inchiesta “Mondo di Mezzo” che ha squassato il comune di Roma. Non per mafia. “Giovannone” è indagato per trasferimento fraudolento di beni e si è costituito il 4 dicembre a Fiumicino.
Ma nelle carte dei magistrati De Carlo esce prepotentemente come l’uomo di mondo della presunta cupola. Quello che teneva i contatti col mondo dello sport e dello spettacolo. E’ amico di Belen Rodriguez, di Daniele De Rossi. Ma anche di Gigi D’Alessio e Teo Mammucari, e di diverse showgirl sentimentalmente legate ai calciatori, come le mogli di Mattia Destro della Roma e Blerim Dzemaili del Napoli.
E’ a Giovannone che Daniele De Rossi si rivolge dopo una discussione in un locale notturno. E’ il 30 settembre del 2013 ed è De Rossi a chiamare De Carlo. Circostanza, scrive Repubblica che riporta l’intercettazione, che non ha rilievo penale.
Scrive Repubblica
“rispondendo a due tentativi di chiamata fatti poco prima” dal centrocampista giallorosso cercava De Rossi “chiedendogli di cosa avesse bisogno”. Il giocatore – annotano i carabinieri – gli riferiva di averlo contattato in quanto, assieme al compagno di squadra Mehdi Benatia, aveva avuto poco prima una discussione con un ragazzo all’interno di un locale notturno e temendo ulteriori conseguenze aveva pensato a De Carlo. Nella parte di conversazione citata dai militari, De Rossi aveva spiegato: “No, avevo pensato che aveva chiamato qualche malandrino… qualche coattone… ho detto famme sentì Giovanni”. Nel frattempo però era intervenuta la polizia e di De Carlo non c’era stato più bisogno. Ma lo stesso De Carlo “dando prova di grande confidenza, gli confermava di poter contare sempre sul suo aiuto: ‘chiamame sempre… bravo! Hai fatto bene Danie’, amico mio”.
E’ sempre a Giovannone che sembra rivolgersi Gigi D’Alessio dopo che i ladri gli entrano in casa rubando una collezione di Rolex. Il cantante denuncia ma il giorno dopo, si legge nelle carte dell’inchiesta, si incontra con De Carlo e si trattiene per circa 30 minuti.
Il verbale:
Il 3 giugno 2013 ignoti si introducevano nella casa del cantante neomelodico Gigi D’ALESSIO sita a Largo dell’Olgiata, “Complesso residenziale dell’Olgiata” – isola 104 H, asportando numerosi preziosi, tra cui una collezione di orologi marca Rolex per un valore per circa 4 milioni di euro.
Il giorno seguente militari di questo Reparto Anticrimine, durante un predisposto servizio di pedinamento in direzione del DE CARLO, potevano registrare come lo stesso alle ore 14,30 circa, venisse prelevato a bordo di un’autovettura Audi Q7 di colore bianco tg. DZ962YC2255, all’interno della quale vi erano due soggetti di sesso maschile n.m.i. e si portasse presso l’abitazione del D’ALESSIO all’interno del “Complesso residenziale dell’Olgiata”, dove si tratteneva per una mezz’ora.
Altro calciatore ad avere contatti con De Carlo è Giuseppe Sculli, ex di Genoa e Lazio. Ancora i verbali:
• I contatti con il calciatore professionista SCULLI Giuseppe2257. Le proiezioni esterne condotte da questo Reparto Anticrimine in direzione di DE CARLO Giovanni, permettevano di accertare diversi incontri2258 dello stesso presso il ristorante “Met-Villa Brasini” di questa piazzale Ponte Milvio n. 34, con il calciatore SCULLI Giuseppe, coinvolto nella recente inchiesta sul cd “calcioscommesse”2259 ancora in corso presso la procura della Repubblica di Cremona.
Infine Teo Mammuccari. Che secondo gli investigatori si rivolge a De Carlo per avere non meglio precisate sostanze dopanti. Lo fa, a detta dei poliziotti, consapevole della “caratura criminale” di De Carlo. Anche questa telefonata non ha rilievo penale, ma finisce nel faldone degli investigatori.
• La richiesta di sostanze dopanti da parte di MAMMUCARI Teo2260. Nel mese di giugno 2013, venivano registrate numerose conversazioni con il noto presentatore televisivo e showman MAMMUCARI Teo il quale, dimostrandosi consapevole della caratura criminale di questo, contattava più volte DE CARLO Giovanni al quale chiedeva di poter reperire sostanze dopanti. Infatti:
– Il 25 giugno 2013, alle ore 13,482261, DE CARLO Giovanni chiamava MAMMUCARI Teo sull’utenza nr. 39312089642262. Quest’ultimo chiedeva a DE CARLO Giovanni la possibilità di contattare “il farmacista” al quale anticipare una “situazione” d’interesse al conduttore televisivo. La “situazione” per la quale MAMMUCARI Teo aveva interessato DE CARLO Giovanni veniva esplicitata nelle conversazioni successive. – Il 25 giugno 2013, alle ore 14,542263, DE CARLO Giovanni chiamava MAMMUCARI Teo. Quest’ultimo chiedeva a DE CARLO Giovanni se si fosse adoperato “con quella cosa che t’ho chiesto”.
MAMMUCARI: oh Giovannò..me dai una mano con quella cosa che t’ho chiesto?
DE CARLO: ahò e mo ce vado..mo ce vado..mo vado e vado a vedè..
MAMMUCARI: no perchè..Nucciatelli (fonetico) me dice “no Giovannone è un chiaccherone” gli ho detto “no..non è vero”
DE CARLO: eh ma io si lo sò eh..sono un chiacchierone ma almeno non spiattello i cavoli tua in giro..non dico che vuoi diventà HULK capito?
MAMMUCARI: (ride) DE CARLO: ahò chiacchiero fra noi almeno..non vado a chiaccherà in giro..
MAMMUCARI: eh hai capito..dai allora se beccamo più tardi me fai sapè..ciao Giò.. DE CARLO: daje..ciao Tè
Il tenore delle conversazioni riportate, volutamente evasive nei toni e nei contenuti, evidenziava tuttavia che la richiesta di MAMMUCARI Teo era rivolta affinché DE CARLO Giovanni gli procurasse in maniera “riservata” sostanze dopanti per lo sport (“almeno non spiattello i cavoli tua in giro.. non dico che vuoi diventà HULK capito?”) come peraltro veniva esplicitato, un paio di giorni dopo, nel corso di una ulteriore conversazione tra i due:
– Il 27 giugno 2013, alle ore 21,272264, DE CARLO Giovanni chiamava MAMMUCARI Teo sull’utenza nr. 3931208964. Quest’ultimo, diceva di essere appena tornato molto stanco dalla palestra e si lamentava con DE CARLO Giovanni che non era riuscito a procurargli il “GH” 2265, nonostante le assicurazioni. DE CARLO Giovanni replicava che lui era “passato dall’amico mio” ma che questi era partito.