VENEZIA – Sette milioni di euro di buonuscita: a tanto ammonta la cifra record che il Consorzio Venezia Nuova ha liquidato all’ingegnere Giovanni Mazzacurati, tra gli ideatori del progetto Mose, per i suoi 22 anni da direttore e per gli 8 di presidenza fino a pochi giorni prima dell’arresto.
Sette milioni di euro versati dopo l’inchiesta che lo scorso anno aveva portato all’arresto dell’ingegnere padovano con l’accusa di turbativa d’asta. Sette milioni che, secondo l’Istat, corrispondono più o meno al reddito di 312 anni di un altoatesino e a quello di 570 anni di un campano. Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera, si pone qualche domanda sulla cifra monstre assicurata all’uomo che è tutt’ora sotto inchiesta perché accusato di aver usato per sé i soldi del Consorzio.
Il Consorzio Venezia Nuova è il pool di imprese alle quali è stato affidato il compito di realizzare l’attesissimo Mose, un complesso sistema di dighe contro l’acqua alta a Venezia, la cui ultimazione è prevista per il 2016. Annota Stella:
Il Consorzio non è un’associazione di imprenditori privati impegnati a conquistare giorno dopo giorno lavori e commesse sui campi di battaglia della libera concorrenza dove puoi vincere e perdere: è un cartello benedetto tre decenni fa da una concessione in regime di monopolio per costruire coi soldi dello Stato, cioè dei cittadini, il sospiratissimo e contestatissimo Mose
Mazzacurati, a giugno dello scorso anno, si dimise all’età di 81 anni, ufficialmente per motivi di salute. Ma pochi giorni dopo, il 12 luglio, fu arrestato con l’accusa di turbativa d’asta. Stella riporta i nomi di quella fitta rete di pagamenti e consulenze per milioni di euro che il Consorzio Venezia Nuova ha distribuito negli ultimi trent’anni, sotto la guida di Mazzacurati. Soldi spesi per sé:
Il compenso di un milione di euro riconosciuto nel 2009 allo stesso Mazzacurati a titolo di “una tantum”, nonché i periodici rimborsi spese privi di giustificazione contabile, per non parlare delle spese del tutto personali sostenute dal presidente e addebitate al Cvn.
E addirittura l’assicurazione sulla casa veneziana di Mazzacurati, di proprietà della moglie. Per non dire della «Ing. Mazzacurati Giovanni Sas, l’azienda di famiglia, dove lavorano le tre figlie Cristina, Elena e Giovannella».
Per i parenti acquisiti e gli amici degli amici:
“benefici economici ottenuti direttamente o indirettamente dal Consorzio anche alle figlie Cristina, Elena e Giovannella”, scrivono le Fiamme Gialle. Vi sono poi i nomi della moglie di Mazzacurati, Rosangela Taddei, anche socia della Eve srl e proprietaria di una casa in California locata dal Consorzio; Marina Elettra Snow, figlia della signora Taddei (Eve srl); Pietro Nascimbeni, marito della signora Snow; i figli di Giovanni, il regista Carlo Mazzacurati (Argonauti sas) e Giuseppe Mazzacurati; Konstantin Skachinskiy, ex marito di Cristina Mazzacurati. L’elenco prosegue con figli e parenti di dipendenti Cvn (o società collegate) o di pubblici ufficiali e consulenti assunti in società collegate al Consorzio: Flavia, figlia dell’allora presidente del Magistrato alle acque, Patrizio Cuccioletta, Cristina, figlia del consulente Cvn Francesco Giordano, Agostino, fratello del rappresentante legale Cvn, Valentina Croff, Francesco e Matilde Cazzagon (Sting srl), rispettivamente marito e figlia del dirigente responsabile Programmazione e controllo Cvn, Nicoletta Doni; Daniele Rinaldo, marito del dirigente responsabile del Servizio progettazione opere alle bocche di porto del Cvn, Maria Brotto; Alessandro, figlio del dipendente Cvn Sergio Nave; Luca Marziale, Roman e Karen Stocker, rispettivamente genero e figli dell’ingegnere del Consorzio Johann Stocker.