Intercettazioni di ‘ndrangheta: “Spariamo in bocca al giornalista”

Pubblicato il 23 Gennaio 2013 - 14:09| Aggiornato il 17 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

BOLOGNA – ”O la smette o gli spariamo in bocca”. Così due degli arrestati nella maxi-operazione anti-‘ndrangheta della Gdf di Bologna, parlano al telefono del giornalista della Gazzetta di Modena, Giovanni Tizian. Nell’intercettazione di fine 2011 quello che è ritenuto il capo dell’organizzazione, Nicola Femia, si lamenta con un faccendiere, Guido Torello, di articoli pubblicati su di lui.

”In mezza pagina parla di me questo giornalista, ed è già la seconda volta in due anni. Dice…un esponente della ‘ndrangheta, poi questa cosa dei giochi..”, dice Femia a Torello nella telefonata registrata. E il faccendiere si mette subito a disposizione: ”Va bene, mi dici come si chiama il giornale e il nominativo. E lo facciamo smettere immediatamente. Ci penso io, ce l’hai copia?”. E aggiunge: ”Ti dirò che c’è un giornalista che rompe le balle ad una persona che mi sta aiutando, poi ti dirò chi è. O la smette o gli sparo in bocca, perchè è una persona che mi sta dando una mano”.

Poi riferito a Tizian, che ora è sotto protezione: ”Questo qui è una persona che o gli stai sul culo…”. Quindi quando Femia gli accenna dei contenuti degli articoli usciti sulla Gazzetta di Modena e scritti da Tizian, Torello taglia corto: ”Vedi che glielo faccio dare in bocca, glielo faccio dare in bocca. Ti spiego: sappi una cosa, che ci sono due poteri oggi in Italia, la magistratura e i giornali”. E Femia: ”Eh lo so, il giornale è peggio della magistratura”.