Vantaggiato “vittima delle truffe”. Il Gip: “Ha avuto complici”

Pubblicato il 11 Giugno 2012 - 13:25 OLTRE 6 MESI FA

Giovanni Vantaggiato (Foto Lapresse)

BRINDISI – Davanti agli inquirenti ha detto: ”Le Istituzioni dovrebbero tutelare le vittime di truffa”. Giovanni Vantaggiato si è presentato come una “vittima delle truffe”. Truffato per migliaia di euro, senza aver ottenuto giustizia, almeno secondo il suo punto di vista, è così che è maturato il suo odio. Covato nei giorni finché non ha elaborato la sua vendetta: un attentato che dimostrasse tutta la sua rabbia. Il profilo di questo attentatore sui generis emerge dall’ordinanza del Gip. La stessa ordinanza secondo la quale avrebbe avuto più complici.

In relazione al movente della strage di Brindisi il gip sostiene che l’arrestato “voleva effettuare un gesto dimostrativo nei confronti del mondo intero perché vittima di truffe che lo hanno messo in ginocchio economicamente”. ”L’attentato – scrive il gip – era rivolto proprio ad attirare l’attenzione delle istituzioni e del legislatore sul punto ed era finalizzato ad esprimere la sua rabbia, affinché si trovi un sistema idoneo per tutelare chi, a causa di inadempimenti artatamente predisposti, subisce ingenti danni”.

Il Gip: altre persone lo hanno aiutato. ”La presenza di altre persone sul luogo del delitto almeno nelle fasi preparatorie” che avrebbero aiutato Giovanni Vantaggiato nell’attentato a Brindisi sarebbe confermata dalle dichiarazioni dello stesso indagato e da testimoni. E’ quanto emerge nell’ordinanza di custodia cautelare.  La presenza di altre persone sul luogo del delitto e’ sottolineata dal gip del Tribunale di Lecce Ines Casciaro nell’ordinanza con cui ha confermato l’arresto di Giovanni Vantaggiato, reo confesso dell’attentato del 19 maggio scorso a Brindisi. Nell’ordinanza si cita la testimonianza di una persona che ha dichiarato di aver notato verso l’1 e 30 del 19 maggio nei pressi del chiosco ”un uomo che spingeva un bidone della spazzatura munito di ruote tenendolo dalla parte delle maniglie inclinato verso il suo corpo e che andava in direzione della scuola”. La descrizione della corporatura e dell’abbigliamento fatta dal testimone non coincide con la fisionomia di Vantaggiato. Questa circostanza unita al fatto che l’arrestato piu’ volte nel corso dell’interrogatorio ha utilizzato il plurale e quindi ”ha implicitamente ammesso la presenza di almeno un altro complice” confermerebbe secondo il gip che l’uomo non ha agito da solo.

Il complice descritto dalla testimone. Un uomo con la ”corporatura robusta e spalle larghe”, alto circa un metro e 80, con ”naso pronunciato” e che indossava pantaloni e giacca neri e un cappello con visiera. Così una testimone descrive un uomo, che potrebbe essere il presunto complice che, secondo gli inquirenti, potrebbe avere aiutato la notte del 19 maggio scorso Giovanni Vantaggiato a collocare l’ordigno dinanzi alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi. La teste, secondo quanto riferisce il gip nell’ordinanza di convalida dell’arresto di Vantaggiato, ha visto questo sconosciuto attorno all’1.30, cioè poche ore prima dell’attentato mentre nei pressi del chiosco che si trova vicino alla scuola, ”spingeva un bidone della spazzatura munito di ruote , tenendolo dalla parte delle maniglie, inclinato verso il suo corpo e che andava in direzione della scuola”.

“Programmato prima di Natale”. Secondo il gip del Tribunale di Lecce, Giovanni Vantaggiato avrebbe programmato l’attentato fin da prima di Natale comprando quattro telecomandi di cui tre ”si erano inceppati durante le numerose prove”.  Vantaggiato nell’interrogatorio ha riferito ”di avere composto il materiale esplodente utilizzando ‘potassa’ e ‘acido nitrico’ e di avere più volte testato la miscela nelle campagne vicino Leverano prima di utilizzarla nell’attentato. L’imprenditore ha descritto nell’interrogatorio dinanzi al gip ”con dovizia di particolari” le modalità per confezionare l’ordigno e la preparazione durata mesi. Ha ammesso di aver fatto dei sopralluoghi a Brindisi prima dell’attentato e di aver scelto ”la scuola più vicina all’ uscita della città perché rispetto ad altri obiettivi come ad esempio una caserma dei carabinieri era più facile da colpire”. Vantaggiato ha inoltre ribadito di aver scelto deliberatamente di azionare il telecomando a quell’ora del mattino ”perché voleva ottenere esattamente l’effetto ottenuto: di notte era un tempo ideale soltanto per i preparativi”. Questo dimostra, per il gip, che la volontà dell’uomo era quella di ”fare un gesto dimostrativo eclatante finalizzato ad uccidere”. ”Egli ha perfino riferito – scrive ancora il gip – di essere ritornato a casa alle 3 di notte per dormire e poi di essere uscito nuovamente all’alba, dopo aver già posizionato l’ordigno, dimostrando di avere una ferma volontà di consumare il delitto proprio in quel momento e non ad un’ora qualsiasi”.

Terrorismo. Su cosa si basa l’accusa di terrorismo? “Non vi è chi non veda che un grave danno al Paese è stato provocato poiché si è diffuso il terrore nelle scuole”, scrive il gip di Lecce. Secondo il gip infatti dopo l’attentato del 19 maggio si sono svolte “numerose manifestazioni, anche di domenica, sono state incentivate le misure a salvaguardia dei magistrati, sono stati incrementati i servizi di vigilanza presso gli obiettivi sensibili”. “A questo si aggiunga che nella fase attuale delle indagini – prosegue – non si può escludere la partecipazione di terze persone come si è già fatto rilevare esaminando l’interrogatorio dell’imputato”.

La svolta l’ha data l’imprenditore agricolo rimasto ferito dall’esplosione di un ordigno simile a quello visto a Brindisi. Si chiama Cosimo Parato ed è stato lui, la notte prima del fermo di Vantaggiato, a fare il nome di quell’imprenditore di Copertino con cui aveva brutti rapporti per via di una truffa denunciata da Vantaggiato stesso. Era stato ascoltato come persona informata dei fatti e aveva dato elementi decisivi che hanno portato al fermo del 68enne. L’imprenditore Parato era rimasto vittima di un attentato il 24 febbraio 2008 quando fu fatta esplodere una bomba sistemata sul sellino della sua bicicletta. L’ordigno era confezionato con bombole di gpl, la stessa modalità utilizzata a Brindisi. In quella circostanza Parato, ascoltato dagli investigatori, fece riferimento ai suoi rapporti commerciali con Vantaggiato e a dissapori intercorsi tra loro, indicandolo come possibile autore del gesto.

Fino ad oggi Giovanni Vantaggiato, reo confesso, ha detto di aver fatto scoppiare la bomba per protesta dopo essere stato truffato almeno due volte dai suoi clienti. Ma non ha spiegato, ad esempio, perché ha tentato senza successo di far sparire qualche documento custodito in casa o nel suo deposito di carburanti. E’ l’attività economica dell’imprenditore di Copertino uno dei filoni sui quali si stanno concentrando gli accertamenti degli investigatori. Documenti in bianco relativi ad operazioni doganali nel settore del commercio di carburanti: potrebbero essere queste le carte alle quali Vantaggiato voleva riferirsi in un biglietto trovatogli tra le mani poco prima dell’udienza di convalida del fermo in carcere e che probabilmente intendeva far arrivare alla moglie. Un “pizzino” sul quale ci sarebbe stata l’invito a “bruciare le carte”.

I documenti sono stati acquisiti dagli investigatori nelle ultime ore durante un’ispezione e si sta verificando se siano legati ad operazioni regolari o no. Gli inquirenti stanno cercando di capire se possa essere una reazione alle truffe subite il vero movente del folle gesto di 22 giorni fa, come racconta Vantaggiato, o ci sia altro. Mentre continua a non convincere gli inquirenti l’idea che lui abbia fatto tutto da solo, dalla preparazione dell’ordigno alla sua collocazione ed esplosione, senza che nessun altro a lui vicino si accorgesse di nulla. Sulle spalle di Vantaggiato resta, come confermato dal provvedimento di ieri del gip del tribunale di Lecce Ines Casciaro, l’accusa pesantissima di ‘strage in concorso con finalita’ di terrorismo’.

Il preside sospeso. E’ stato sospeso “per ragioni di opportunità” dall’ufficio scolastico regionale della Puglia Angelo Rampino, preside della scuola ‘Morvillo Falcone’ di Brindisi dove il 19 maggio scorso è stato compiuto l’attentato che ha ucciso Melissa Bassi e ferito altre 5 sue compagne di scuola. La sospensione è stata disposta in attesa che si concludano gli accertamenti amministrativi avviati nei confronti del preside per i contenuti di alcune interviste rilasciate nei giorni successivi all’attentato. Subito dopo l’attentato Rampino rilasciò diverse dichiarazioni: “È un botto preparato da mani esperte”. Poi: “Sono sicuro che entro 48 ore l’attentatore sarà assicurato alla giustizia”. Non solo. Il 19 maggio scorso, diversamente dal solito, Rampino arrivò in ritardo, dopo l’esplosione. “Ho fatto gasolio” disse lui alle 8.15 del 19 maggio.

L’avvocato di Vantaggiato: “Va rispettato”. “Deve essere rispettato il sentimento di una persona che comprende la gravità del gesto compiuto e ne chiede perdono”. Così l’avvocato Franco Orlando, difensore di Giovanni Vantaggiato a “24 Mattino” su Radio 24. L’avvocato Orlando ha descritto Vantaggiato come un uomo distrutto: “L’interrogatorio davanti al gip, sabato mattina, è iniziato in modo drammatico. – ha detto – Vantaggiato ha pronunciato queste parole, con un pianto a dirotto: ‘io mi inginocchio, chiedo perdono, povere bambine’. Nessuno chiede compassione, è evidente e sarebbe irrazionale – ha aggiunto il suo legale -, ma va considerata la personalità di quest’uomo”. Sulla eventualità di scrivere una lettera ai genitori di Melissa, Orlando ha detto: “Ho letto la risposta della famiglia di Melissa, il rispetto per il dolore degli altri non può essere intaccato da niente e da nessuno. Ma deve essere rispettato il sentimento di una persona che comprende la gravità di un gesto e ne chiede perdono. Ora scriverà? Non lo so, la cronaca dice che Vantaggiato ha riferito dell’intenzione di scrivere alla famiglia”.

Secondo Orlando Vantaggiato avrebbe ”una personalità complessa. Non è vero che ha mostrato distacco e cinismo. E’ esattamente il contrario, c’è la sofferenza di una persona che acquisisce consapevolezza ora dopo ora dell’irrazionalità del suo gesto”. ”All’inizio – ha aggiunto l’avvocato Orlando – negava, ma lo ha fatto per neppure due ore. La natura umana è portata a negare l’evidenza, è insito nell’uomo, come il bambino che nega di avere rubato la caramella. Vantaggiato ha una personalità molto complessa. Rimane l’esasperazione fortissima determinata da una serie di eventi che gli sono capitati negli ultimi dieci anni: furti subiti, estorsioni, truffe, incendi di due mezzi. Certo, cercare una spiegazione nell’irrazionale è difficile per tutti”.