Giuseppe Castaldo, assolto il gioielliere di Ercolano che uccise due rapinatori

La rapina avvenuta il 7 ottobre 2015 suscitò un vasto dibattito nel Paese con Matteo Salvini, segretario della Lega, che si schierò con l'imputato: "Io sto con il gioielliere".

di redazione Blitz
Pubblicato il 26 Ottobre 2022 - 20:16 OLTRE 6 MESI FA
Assolto il gioielliere di Ercolano difeso da Salvini: uccise 2 rapinatori

Assolto il gioielliere di Ercolano difeso da Salvini: uccise 2 rapinatori (Foto Ansa)

E’ stato assolto “perché il fatto non costituisce reato” Giuseppe Castaldo, il gioielliere di Ercolano (Napoli) che il 7 ottobre 2015 uccise i due rapinatori, Luigi Tedeschi e Bruno Petrone. Il processo si è celebrato dinanzi alla prima sezione penale del Tribunale di Napoli.

E’ stata la stessa procura di Napoli, che già aveva chiesto l’archiviazione in fase di indagini preliminari, poi respinta dal gip che ha disposto il rinvio a giudizio, a chiedere l’assoluzione per Castaldo.

“Sette anni di processo hanno consentito di fare giustizia rispetto a un’imputazione formulata nei confronti del mio assistito che non aveva alcun senso dal punto di vista logico e dal punto di vista giuridico, la formula piena utilizzata per l’assoluzione conferma che nella condotta del gioielliere non vi era nessuna ipotesi di reato”, commenta all’Adnkronos l’avvocato del gioielliere Maurizio Capozzo.

Giuseppe Castaldo, la rapina del 7 ottobre 2015

La tentata rapina finita in tragedia è avvenuta il 7 ottobre 2015 in via Alveo, nei pressi di corso Resina a Ercolano. Castaldo aveva da poco effettuato un prelievo in banca di alcune migliaia di euro ed era stato seguito dai rapinatori a bordo di una moto, finché questi ultimi sono entrati in azione appena il gioielliere è entrato nel parcheggio di un deposito di detersivi e bibite.

Gli hanno puntato contro una pistola finta ma senza il tappo rosso che ne consentisse il riconoscimento e gli hanno ordinato di consegnare il denaro. A quel punto Castaldo ha reagito esplodendo dei colpi con la pistola che deteneva regolarmente, uccidendo Bruno Petrone, 54 anni, e Luigi Tedeschi, 51 anni, entrambi con precedenti specifici. Le indagini svolte dai Carabinieri hanno permesso di individuare gli altri componenti della banda, destinatari di decreti di fermo emessi circa un mese dopo.

La vicenda all’epoca suscitò un vasto dibattito nel Paese con Matteo Salvini, segretario della Lega, che si schierò con l’imputato: “Io sto con il gioielliere”, scrisse sui social.

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