Giuseppe Castaldo vive barricato perché vogliono ucciderlo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Ottobre 2015 - 10:58 OLTRE 6 MESI FA
Giuseppe Castaldo vive barricato perché vogliono ucciderlo

Giuseppe Castaldo vive barricato perché vogliono ucciderlo

NAPOLI – Sulla testa di Giuseppe Castaldo, il gioielliere di Ercolano che ha sparato e ucciso i banditi che lo stavano rapinando, pende una condanna a morte. I parenti dei rapinatori uccisi, Bruno Petrone e Luigi Tedeschi, vogliono vendetta. Castaldo rimane così barricato in casa dopo le minacce di morte ricevute dalla famiglia di Petrone e in attesa del processo per omicidio colposo in cui è indagato è stato trasferito in un’altra regione.

Simone Di Meo sul Giornale scrive che il gioielliere, 67 anni, non ha potuto far altro che scappare dopo le minacce di morte della famiglia di Petrone, minacce confermate anche dal sindaco di Ercolano che ha sottolineato come la situazione in città stia diventando ingestibile:

“Le indagini, condotte dai carabinieri proseguono comunque su un duplice binario: da un lato gli interrogatori dei testimoni, in grado di riferire sulla dinamica dell’aggressione e sulla reazione del commerciante che ha aperto il fuoco dopo essere stato affrontato dai malviventi sotto la minaccia di una pistola «replica»; dall’altro è partita la caccia allo «specchiettista» che avrebbe segnalato le mosse del titolare di preziosi mentre ritirava 5mila euro dalla banca. Castaldo si era recato al Banco di Napoli in compagnia di un amico, e insieme stavano tornando al deposito di bibite dove il negoziante aveva lasciato l’auto. Qui è stato affrontato dai malviventi.

«Dacci i soldi, sennò ti ammazziamo», la versione fornita dal gioielliere. I banditi- racconta- gli hanno aperto la giacca introducendo la mano nella tasca interna dove teneva il denaro. Probabilmente – stando sempre alle sue parole – i due avrebbero notato la pistola nella cintola dei pantaloni. Ed è a quel punto che quello armato ha premuto il grilletto della pistola che poi si scoprirà essere finta. Quella pistola non poteva uccidere. Ma lui non poteva saperlo”.