Giuseppe Di Bello,ex carabiniere eroe per caso. Ha cercato Gioele Mondello dove nessuno lo aveva fatto Giuseppe Di Bello,ex carabiniere eroe per caso. Ha cercato Gioele Mondello dove nessuno lo aveva fatto

Giuseppe Di Bello, ex carabiniere “eroe” per caso. Ha cercato Gioele dove nessuno lo aveva fatto

Giuseppe Di Bello è l’ex carabiniere che ha trovato i resti del piccolo Gioele Mondello. Dice di aver cercato dove nessuno aveva ancora cercato.

Giuseppe Di Bello è l’eroe inaspettato della terribile storia che sta angosciando tutta Italia. E’ stato lui, nelle campagne vicino Caronia, a trovare dei resti compatibili col bambino di 4 anni.

Giuseppe Di Bello l’ha cercato dove nessuno aveva cercato

“L’ho trovato dove gli altri non avevano cercato”. Giuseppe Di Bello non riesce a schermare la sua amarezza. Lo spunto polemico è sopraffatto comunque dal dolore. E’ stato lui a trovare, facendosi largo con un falcetto tra arbusti e una fitta vegetazione, i resti straziati di Gioele.

Davanti a quell’orrore si è commosso. Ma ha subito avvertito il suo amico Francesco Radici, poi ha lanciato l’allarme ai vigili del fuoco. Lo ha guidato certamente il fiuto del carabiniere in congedo, anche se lui pensa a una guida dall’alto: “L’ho sentito fin da stamattina. È stata come un’indicazione del Signore. Così sono andato in un punto dove altri non erano arrivati”.

Eroe per caso tra i volontari

Di Bello, 55 anni, da Capo d’Orlando dove vive con la famiglia aveva raccolto l’appello del padre di Gioele (“anch’io ho figli”) e alle cinque di mattina assieme al suo amico, dopo 40 chilometri di autostrada, è arrivato alla stazione di servizio da 16 giorni punto di coordinamento delle ricerche.

Si è ritrovato con un centinaio almeno di altri volontari come lui mobilitati per dare una mano agli uomini che dal 3 agosto perlustravano un’area di quasi 500 ettari dove il terreno scosceso e la boscaglia accolgono e nascondono maiali, animali selvatici, cani. Di Bello conosce questi posti dove spesso viene a raccogliere funghi.

Ma il suo punto di forza è stato il falcetto che, con rara accortezza, s’era portato dietro. E con quello ha cominciato ad aprire spazi tra gli arbusti fino a scoprire alcuni frammenti di piccole ossa umane e pezzi di indumenti da bambino. Ha subito intuito di essere davanti a un’immane tragedia.

“L’ho trovato, l’ho trovato” sono state le parole raggelanti che è riuscito a pronunciare. Davanti a lui si è ricomposto improvvisamente un quadro terrificante.

La fuga di Viviana Parisi col piccolo Gioele

Gli animali avevano fatto scempio del corpicino di Gioele, a 200 metri circa dall’autostrada dove la mattina del 3 agosto il giallo era cominciato quando l’auto di Viviana Parisi con il piccolo a bordo aveva avuto un piccolo impatto con il furgone di due operai delle manutenzioni.

Quindi la fuga di mamma e figlio e ora la scoperta di un drmma ancora senza un perché. Le parole di Di Bello finiscono per imbarazzare il dirigente dei vigili del fuoco Ambrogio Ponterio che sul posto ha coordinato le ricerche.

Spiega che ci sono vari livelli di ricerca, che l’impegno è stato grande e che per fortuna è arrivato l’uomo con la falce, il quale si è inoltrato dove neppure i droni potevano vedere.

A spazzare via ogni spunto di polemica ci pensa alla fine il procuratore di Patti, Angelo Cavallo: “In questo momento non interessa chi lo abbia trovato. L’importante è averlo trovato”. Di Bello, il protagonista del giorno, da buon carabiniere sceglie il silenzio. (Fonte Ansa)

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