Palermo. “Sei un bullo, scrivi sono deficiente”: prof condannata per ‘bullismo’

Pubblicato il 11 Settembre 2012 - 11:36 OLTRE 6 MESI FA
(Foto Ansa)

PALERMO  – “I professori non possono rispondere al bullismo con il bullismo”. Questa la sentenza della Cassazione per la docente Giuseppina Valido, condannata a 15 giorni di carcere per aver punito un bullo della sua classe. La Valido aveva punito l’atteggiamento di bullismo del ragazzo facendogli scrivere 100 volte “Sono deficiente” su un quaderno. Punizione che al padre del bullo non è andata giù ed ha per questo querelato la docente.

La Valido ha detto della sentenza: “Non era questa la tutela che mi aspettavo dallo Stato. Dopo questa sentenza qualunque insegnante sarà alla mercé del primo genitore infuriato. E poi mi chiedo che messaggio si dà ai ragazzi?”. La vicenda inizia nel 2007 quando la donna punì l’allievo-bullo che aveva impedito ad un compagno di classe di entrare nel bagno della scuola: “Tu non puoi entrare qui, sei gay, sei una femminuccia”.

La Valido intervenne in difesa dell’alunno vittima del bullismo spiegando ai ragazzi in classe che il bullo in questione mancava , cioè aveva una deficienza, di sensibilità e quindi era un “deficiente”. Questa la punizione, ricordare all’alunno la sua mancanza, punizione che secondo il tribunale rappresenta “un abuso dei mezzi di correzione”.

Secondo la Cassazione gli insegnanti non possono avere atteggiamenti di “bullismo” perché “finiscono per rafforzare il convincimento che i rapporti relazionali (scolastici o sociali) sono decisi dai rapporti di forza o di potere – ed ha aggiunto -. Costituisce abuso punibile anche il comportamento doloso che umilia, svaluta, denigra o violenta psicologicamente un bambino, causandogli pericoli per la salute anche se è compiuto con una soggettiva intenzione educativa o di disciplina”.