Giustizia, gli avvocati: "Lo Stato non paga gli avvocati di ufficio"

ROMA – Lo ''scandalo'' del mancato o ritardato pagamento dei legali d'ufficio da parte dello Stato viene denunciata dall'Organismo unitario dell'avvocatura (Oua).

''E' semplicemente scandaloso – afferma in una nota il presidente dell'Oua, Maurizio de Tilla – che giovani avvocati che prestano la propria attivita' a difesa dei meno abbienti o come difensori di uffici siano remunerati dallo Stato con ritardi anche di anni, costringendoli a contrarre mutui onerosi o a cedere (ove possibile) i loro crediti che vengono così sensibilmente decurtati''.

L'Oua, che ha scritto ai ministri della Giustizia e dell'Economia per denunciare la situazione, ritiene che tale comportamento comportamento sia ''in contrasto con la Costituzione'', la quale ''attraverso il combinato disposto degli artt. 2, 3 e 24, impone allo Stato l'obbligo di garantire il diritto di difesa a tutti gli individui in ogni stato e grado del procedimento a prescindere dalle loro condizioni economiche''.

''Con gli ingiustificati ritardi e talvolta con i dinieghi – spiega de Tilla – viene palesemente violato il sistema volto a garantire a tutti gli individui un eguale diritto di difesa. Le liquidazioni relative alle difese di ufficio e ai gratuiti patrocini risultano gravemente insufficienti ed insoddisfacenti: sia per quanto attiene la tempistica dell'effettivo saldo (anche anni); sia in riferimento ai numerosi decreti di liquidazione mai saldati per mancanza di fondi; sia in relazione alle irrisorie somme liquidate dai magistrati nei decreti medesimi ben al di sotto dei minimi tariffari ed inspiegabilmente decurtate di voci per attività effettivamente prestata''.

Alcuni magistrati, inoltre, ''richiedono procedure ulteriori rispetto a quelle stabilite'', cosi' ''allungando sensibilmente i tempi per ottenere l'emissione del semplice decreto di liquidazione e, di conseguenza, scoraggiando sempre piu' i difensori dall'intraprendere simili recuperi del credito''.

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