ROMA – Blitz dei carabinieri di Pavia: cento militari hanno lanciato, martedì mattina, un’operazione con arresti e perquisizioni nei confronti degli esponenti di una banda accusata di aver assunto il controllo del traffico di droga, soprattutto cocaina da vendere nei locali, nella provincia di Pavia e in Lomellina.
Una prima tranche dell’operazione era stata messa a segno nel mese di luglio 2016 dai carabinieri di Vigevano, che avevano disarticolato un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di armi e ad altri gravi delitti quali estorsioni, rapine, incendi, danneggiamenti mediante esplosioni di armi da fuoco ed ordigni artigianali, ed altro ancora, portando alla luce la cosiddetta “Gomorra” di Vigevano, un modus operandi che mirava al totale controllo del territorio.
Quella operazione aveva condotto complessivamente all’arresto di 45 persone e alla denuncia in stato di libertà di altre 61. Erano inoltre emersi consistenti indizi su come venissero reinvestiti nel campo del traffico di droga gli ingenti introiti dell’organizzazione. Lo sviluppo delle indagini ha permesso di smascherare il fitto traffico illecito di sostanze stupefacenti ed in particolar modo lo smercio della cocaina nei locali della città.
La prima ondata di arresti dell’operazione “Cave canem” risale al 7 agosto 2016. Quella mattina i carabinieri di Vigevano avevano eseguito 24 ordinanze cautelari, di cui 10 in carcere, 11 agli arresti domiciliari e 3 all’obbligo di dimora, mentre altre 56 persone erano state denunciate a piede libero, tra i quali una giudice di pace. Complessivamente, compresi quelli eseguiti in precedenza e in momenti successivi, gli arresti furono 45.
I destinatari erano quasi tutti italiani e molto giovani. Le accuse, oltre all’associazione per delinquere, andavano dalla detenzione e traffico illecito di armi di provenienza illecita agli incendi dolosi, attentati dinamitardi e danneggiamenti, alcuni a scopo estorsivo e altri per vendetta, dalle rapine ai furti fino alle truffe ai danni delle assicurazioni. Azioni spesso violente e senza scrupoli di una criminalità di provincia che si stava preparando a fare il salto di qualità e mirava ad assumere il totale controllo militare del territorio.
Una delle vittime delle estorsioni, vicepresidente di una cooperativa di servizi, era stato portato a un tale livello di esasperazione che si era tolto la vita. All’epoca tutto il capitolo del traffico di droga era stato tenuto volutamente da parte per essere sviluppato successivamente