BERGAMO – “Mio marito si è ucciso, ma era innocente. Non ha retto il peso di accuse ingiuste” dice Andreina Sebastiani, la moglie di Roberto Crespi, 68 anni, che si è ucciso lanciandosi nel vuoto nel pomeriggio del 31 dicembre a Gorlago, in provincia di Bergamo. Roberto Crespi, come spiega l’Eco di Bergamo, era finito in un’inchiesta con l’accusa di abusi su minori.
Il pm Letizia Ruggeri aveva aperto un fascicolo a suo carico con l’accusa di abusi su due sorelline. Le contestazioni si riferivano a presunti episodi abbastanza datati, che sarebbero avvenuti fra il 2007 e il 2009, emersi soltanto di recente per via di una circostanza particolare.
Una delle due ragazzine, in un tema scolastico durante l’ora di Religione, avrebbe fatto allusioni a presunte attenzioni particolari ricevute anni addietro (da quando aveva 7 anni fino ai 9) da parte dell’uomo. La scuola si era attivata, la famiglia era stata informata. Ne è nato un procedimento penale, che era soltanto alle fasi iniziali. Poco prima di Natale la polizia giudiziaria si era presentata a casa di Crespi per sequestrargli il computer, sul quale gli inquirenti avevano intenzione di svolgere analisi. In quel momento l’uomo aveva saputo di essere sotto inchiesta.