“Gratta, vinci e butta”: a Treviso un operaio getta un biglietto da quasi due milioni

Non sembra certo essere il primo episodio della saga “compra, vinci e butta il biglietto”. Si acquista il biglietto fortunato, quello che vale una vita, senza saperlo. Si sbaglia a leggere i numeri estratti e lo si butta, oppure lo si perde. Solo che questa probabilmente è la prima volta che accade con un gratta e vinci. In effetti, l’intervallo di tempo che trascorre dal momento in cui si scoprono le cifre o le scritte coperte dalla polvere argentata e quello in cui si realizza di aver vinto o meno è brevissimo. Raro mancare l’appuntamento con la fortuna, quando capita. Difficile sbagliare.

Amedeo Pierotti con Amelia Beltramin

Ma c’è chi ha sbagliato, eccome. Si chiama Amedeo Pierotti, ha 51 anni, fa l’operaio e lavora in un’azienda di Zoppé di San Vendemiano. Il dramma si è consumato il due aprile, alla ricevitoria di Luisella Beltramin in piazza Marconi a San Fior, una cittadina in provincia di Treviso. Pierotti ha comprato un gratta e vinci “Turista per sempre”, uno di quelli che costano 5 euro e il cui massimo premio è un vitalizio di sei mila euro al mese per vent’anni, più duecento mila euro subito e cento mila come bonus finale, per un totale di un milione e 740 mila euro. Certo non credeva, Pierotti, di poterselo aggiudicare. Non ci credeva a tal punto che quando ha grattato il biglietto e ha letto due scritte con le parole “Turista per sempre” l’ha preso e l’ha buttato. «Ero convinto che per vincere fosse necessario il tris e non bastassero due scritte. Così sono uscito dal tabacchi e l’ho gettato tra le cartacce», ha dichiarato l’uomo, che per accorgersi di aver commesso un errore ha impiegato quindici giorni. Solo allora, parlando con la tabaccaia, Pierotti ha scoperto che «per vincere il premio massimo sono sufficienti due scritte, non ne servono altre», come ripete Amelia, la madre della titolare della ricevitoria.

All’incredulità dell’uomo è seguita subito dopo la depressione, come racconta lui stesso, che addirittura lo ha spinto a chiedere lo stato di malattia: «Il biglietto fortunato ce l’avevo in mano io. Non riesco a dimenticarlo. Compro altri gratta e vinci per tentare la fortuna, ma mi torna in mente sempre quel biglietto. Sono demoralizzato e da una settimana sono anche in malattia». Ovviamente recuperare il gratta e vinci, dopo tanto tempo, non è possibile. «Non credo che mi capiterà un altro colpo simile», conclude sconsolato Pierotti. Come dargli torto.

*Scuola di Giornalismo Luiss

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