Graziano Mesina a processo: “Droga? Non so nemmeno cosa sia”

di redazione Blitz
Pubblicato il 7 Maggio 2016 - 17:35 OLTRE 6 MESI FA
Graziano Mesina a processo: "Droga? Non so nemmeno cosa sia"

Graziano Mesina a processo: “Droga? Non so nemmeno cosa sia”

CAGLIARI – Graziano Mesina a processo per traffico di droga si difende: “Mai preso droga in vita mia. Se la vedo neanche so cos’è”. L’ex ergastolano di Orgosolo, in provincia di Cagliari, rischia una condanna a ventisei anni di carcere. Ma lui dice di non aver “mai fatto parte di bande, neanche quando ero latitante”, elenca le attività lecite in cui ha guadagnato, spiegando così di non avere bisogno di soldi, e quindi di tornare a delinquere.

In tribunale, riferisce Mauro Lissia su La Nuova Sardegna, balbettando ha detto:

“Non ho mai fatto parte di associazioni criminali, neppure quand’ero latitante negli anni sessanta. Quando Gigino Milia mi ha cercato è stato per propormi attività lecite di intermediazione, vendita di immobili. Negli anni in cui sono stato libero, dal 2004 in poi, mi sono occupato di quello e di fare la guida turistica. Venivano da me imprenditori, persone importanti, visitavano il Supramonte e intanto si discuteva di compravendite”.

Una storia ben diversa rispetto a quella descritta dalla pubblica accusa, dove, scrive la Nuova Sardegna,

Mesina appare nella versione più feroce, spietato e avido di denaro, pronto ad atti di violenza pur di arrivare agli obiettivi. Invece nulla: viaggi a Milano e in altre città, ma non per trattare stupefacenti. Malgrado il contenuto delle conversazioni telefoniche intercettate sembri piuttosto chiaro:

“Quando al telefono parlo di vitelli, sono vitelli. Il vino era vino, perché mi occupavo anche di bestiame e delle produzioni di un mio parente”. Quando poi nelle carte del procedimento compare Capo Ceraso, quella “è stata la più grossa operazione finanziaria realizzata da me in quegli anni, un’operazione lecita, perché nella mia vita non c’è traccia di reati legati alla droga. Non avevo bisogno di soldi. Mi invitavano dappertutto, televisione, convegni, sagre e mi pagavano profumatamente senza neppure il bisogno di chiederlo. Poi l’attività di guida, gli affari… tutte cose lecite. Dicono che il carcere serva per recuperare le persone, ma quale recupero? Se non esci più è come la morte”.

Insieme a Mesina sono sotto processo Gigino Milia, 66 anni di Fluminimaggiore, l‘avvocato Corrado Altea, Franco Pinna, Efisio Mura, Enrico Fois (detto Vinicio) e Luigi Atzori.