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Graziano Mesina resta in carcere: no ai domiciliari per il bandito sardo di 75 anni

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Graziano Mesina resta in carcere: no ai domiciliari per il bandito sardo di 75 anni (foto Ansa)

ROMA – Resta in carcere Graziano Mesina, il bandito sardo di 75 anni (di cui oltre 40 passati in cella) arrestato nuovamente nel 2013 per associazione a delinquere e traffico di stupefacenti, accuse per le quali nel dicembre 2016 è stato condannato in primo grado a trenta anni di reclusione con revoca della grazia ottenuta nel 2004 dal Presidente Ciampi. Lo ha deciso la Corte di Cassazione.

Il verdetto spiega che la posizione di Mesina è stata valutata “con esclusione di ogni congettura” da parte del Tribunale della libertà di Cagliari che per primo, nel gennaio 2017, aveva confermato la detenzione nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros per l’uomo considerato il criminale sardo più pericoloso del dopoguerra. Dunque, nessun complotto contro di lui, nonostante Mesina abbia sostenuto di essere stato ‘incastrato’, di non aver mai trafficato droga, e che i fatti risalgono al 2008 e da allora non gli è stato contestato altro.

Opposto il parere dei giudici, che ritengono che “con apparato giustificativo adeguato” le toghe di Cagliari abbiano messo in evidenza “la tipologia e l’entità dei quantitativi di stupefacente commerciati e delle relative somme di danaro; l’esistenza di una solida rete di contatti con pericolosi soggetti dediti al traffico di droga; la caratura dei rapporti criminali instaurati per il traffico di un così rilevante quantitativo di stupefacente”.

Nella bocciatura della richiesta di tornare a casa, ad Orgosolo, ha pesato non solo il fatto che l’istanza è stata presentata dopo appena venti giorni dalla condanna per narcotraffico, ma anche i precedenti penali e “i lunghi periodi di latitanza” dell’ex ‘primula rossa’.

Ventidue i tentativi di evasione, dieci coronati da successo, nella storia di Mesina, segnata subito da faide tra pastori culminate nell’uccisione di alcuni dei suoi dieci fratelli. Nell’ultimo arresto del ‘balente’, in un blitz dei carabinieri del dieci giugno 2013, furono prese altre 24 persone. Quasi tutte sono già condannate, in primo grado e in appello, con rito abbreviato.

Mesina ha preferito il dibattimento: con lui sono stati condannati anche altri quattro imputati. Sedici anni ha avuto l’avvocato Corrado Altea, cinque anni Vinicio Fois, tre anni e quattro mesi Efisio Mura e due anni Luigi Atzori. In aula l’ormai anziano Grazianeddu non ha avuto scampo, le indagini del pm Gilberto Ganassi contavano centinaia di intercettazioni, pedinamenti e riscontri. L’inchiesta della Dda di Cagliari si era focalizzata su due attività: una con base a Orgosolo e l’altra nel cagliaritano, ambedue – secondo l’accusa – capeggiate da Mesina e specializzate nel traffico di droga con la Lombardia. 

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