ROMA – Un riscatto da 12 milioni di dollari per riportare a casa Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Cifra, mai vista, che viene diffusa dai ribelli che le avevano rapite e che per prima viene indicata da una tv di Dubai. Una cifra enorme che in Italia fa montare la polemica. Attacca durissimo, per esempio il quotidiano Libero: “Ci sono costate 12 milioni” titola il giornale con sotto la foto delle due cooperanti.
La cifra, ovviamente, è lungi dall’essere confermata da fonti italiane ufficiali. Anzi. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni va in Parlamento a dire l’esatto contrario. Dice ciò che deve, ovvero che si tratta solo di “illazioni” e ribadendo alla Camera la linea italiana sulla questione:
“Siamo contrari al pagamento di riscatti. L’Italia in tema di rapimenti si attiene a comportamenti condivisi a livello internazionale, sulla linea dei governi precedenti: è la linea dell’Italia”.
Nel momento delle polemiche il ministro ricorda in Aula che l’Italia “ha bisogno della generosità dei volontari”. Non manca però di ricordare che Greta e Vanessa non avevano avvertito del loro arrivo in Siria.
Infine Gentiloni aggiunge:
“Leggo in queste ore di molti inviti alla prudenza e li condivido. E so che Greta e Vanessa saranno le prime a condividerli, dopo la drammatica esperienza che hanno vissuto. Tali inviti valgono per tutti, cooperanti e lavoratori, turisti e missionari, giornalisti”.
Ma al leader della Lega Nord Matteo Salvini basta sentirla per twittare scandalizzato:
“È uno schifo”. Poi, con una nota spiega cosa intendesse dire:
“La liberazione delle due ragazze mi riempie di gioia, ma l’eventuale pagamento di un riscatto che permetterebbe ai terroristi islamici di uccidere ancora sarebbe una vergogna per l’Italia”.
C’è un dato, che al netto delle polemiche, fa comunque riflettere. Ha scritto il New York Times che la principale forma di finanziamento dell’organizzazione che ha rapito Greta e Vanessa (come della galassia di gruppi simili) sono i riscatti per i sequestri di persona. E 12 milioni, cifra data per certa dal Guardian, anche se per esempio sul Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini scrive che sarebbero circa la metà i soldi davvero pagati dai servizi, sono un “grosso colpo”.
E poi c’è una tempistica infelice. La notizia arriva mentre in Belgio si spara contro i terroristi, mentre la Francia continua a seppellire vignettisti. Un contrasto stridente, che dà l’idea (certamente parziale e non corrispondente al vero) di un paese che tratta e paga mentre gli altri sparano.
Greta e Vanessa sono tornate a casa. Questo è oggettivamente il dato migliore di tutta questa storia. Anche se, a leggere i commenti degli italiani sul web, a prevalere è lo scandalo per il riscatto pagato. Sul Corriere della Sera, per esempio, un lettore chiede di far aprire un mutuo alle famiglie delle ragazze per ripagare lo stato.
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