Grosseto, prof ha rapporti con la sua alunna: condannata a 2 anni

Grosseto, prof ha rapporti con la sua alunna: condannata a 2 anni
Grosseto, prof ha rapporti con la sua alunna: condannata a 2 anni

GROSSETO – Una professoressa è stata condannata a due anni di carcere con l’accusa di aver avuto rapporti con la sua allieva di appena 15 anni. Baci, palpeggiamenti e rapporti completi tra la donna, 36 anni, e la ragazzina dal difficile passato della provincia di Grosseto. La docente nega di essersi spinta così in là, ma i bigliettini trovati con la sua firma e le foto messe agli atti e scattate dalla madre dell’alunna hanno portato alla condanna a 2 anni di carcere, con lo sconto della pena per aver scelto il rito abbreviato.

Pierluigi Sposato sul quotidiano Il Tirreno scrive che il giudice ha riconosciuto alla professoressa la “minima offensività” degli episodi contestati, ma si è comunque pronunciato in una condanna, anche se inferiore alla pena richiesta dal pubblico ministero:

“la pena complessiva proposta era intorno ai sei anni, con la riduzione di un terzo previsto dalla scelta del rito era scesa a 4 anni e poco più; l’accusa era del parere che i rapporti sessuali ritenuti provati sarebbero stati più di uno. L’imputata non era presente.

C’era il suo difensore, naturalmente. L’avvocato Dario Carmine Procentese di Napoli. Questi si dice parzialmente soddisfatto della sentenza: «Poiché il codice prevede per reati di questo genere una pena che va dai 5 ai 10 anni, se il giudice è sceso fino a 2 anni significa che è stata riconosciuta la minima offensività. E comunque faremo appello una volta che saranno depositate le motivazioni: io ho chiesto l’assoluzione completa della mia assistita»”.

Il rapporto tra professoressa e allieva sarebbe stato del tipo che c’è tra due sorelle, ha sostenuto il difensore della docente:

“«La mia assistita ha, sbagliando forse, offerto la sua disponibilità nei confronti di una adolescente in difficoltà. Lo ha fatto da sorella maggiore, dandole anche il numero di cellulare, per aiutarla nello studio. Sono stati atteggiamenti fraintesi dalla ragazzina, che ha capito tutt’altra cosa».

L’accusa parlava di baci, palpeggiamenti e rapporti sessuali: «Un bacio forse l’avrà dato – obietta l’avvocato Procentese – ma senza alcuna finalità sessuale». E a proposito delle difficoltà adolescenziali, il difensore spiega di aver ricordato che la ragazzina ha «un vissuto un po’ particolare», perché vi sarebbero stati altri due casi in cui lei si sarebbe innamorata di professori. Questioni che non hanno portato ad alcun risvolto penale ma comunque ritenute significative della personalità di lei”.

La ragazzina, scrive il Tirreno, aveva avuto problemi di autolesionismo: tagli sulle braccia, ingestione di detergenti liquidi e sembra in passato essersi già innamorata di altri suoi docenti in due diversi episodi:

“Il caso era nato dalla segnalazione della preside dell’istituto, cui i genitori si erano rivolti circa un anno fa chiedendo aiuto, dal momento che i loro tentativi di far cessare la relazione si erano rivelati inutili. La preside si era rivolta ai carabinieri e questi avevano convocato i genitori, raccogliendo le loro dichiarazioni ma anche alcune fotografie.

Quali fotografie? Quelle che la madre aveva scattato con il proprio telefono cellulare ad alcuni oggetti trovati dentro un libro in camera della figlia. Un foglio di carta regalo di colore rosa firmato con il nome dell’insegnante; un disegno raffigurante un albero a forma di cuore; una serie di bigliettini manoscritti, sempre con la firma della professoressa; un foglio di quaderno nel quale venivano elencati gli orari di scuola della ragazzina e della insegnante. Anche questo materiale era stato inserito nel fascicolo di indagine”.

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