ROMA – Richiesta di aiuto dalla Lifeline. La Guardia costiera italiana: “Non chiamateci più”. Dopo tre giorni in mare con 224 migranti a bordo la Ong tedesca ha bisogno di farmaci, cibo e coperte. [ App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui, – Ladyblitz clicca qui – Cronaca Oggi, App su Google Play ] E dalla sala operativa di Roma parte una nota a tutti i comandanti che incrociano in zona Sar libica: “Rivolgetevi a Tripoli”.
Al terzo giorno in mezzo al mare con 224 migranti a bordo, dalla Lifeline parte la richiesta di soccorso: “Ci troviamo a su di Malta in acque internazionali. Alcune forniture sono esaurite, oggi abbiamo assolutamente bisogno di rifornimenti per la nave. Abbiamo bisogno di farmaci, coperte. Aiutateci”.
Chi raccoglierà la richiesta di aiuto della nave della Ong tedesca che continua a navigare lentamente attorno a Malta in attesa di conoscere il suo destino? Le trattative andate avanti per tutta la notte tra Italia, Malta e Spagna non hanno ancora portato ad alcuna svolta. Malta ieri pomeriggio ha ufficializzato il suo, dichiarandosi incompatibile e rimbalzando la palla a Roma e Tripoli. Roma in quanto intervenuta nella gestione del soccorso da parte della Lifeline, Tripoli in quanto l’evento si è verificato nelle sue acque.
Come scrive Alessandra Ziniti per Repubblica, dalla Guardia costiera italiana è quindi partito un avviso ai comandanti delle imbarcazioni che incrociano in zona Sar libica: non chiamateci più, rivolgetevi a Tripoli. Ecco il testo della nota: “Da questo momento, ai sensi della convenzione Solas (Safety of life at sea) i comandanti di nave che si trovano in mare nella zona antistante la Libia, dovranno rivolgersi al Centro di Tripoli e alla Guardia costiera libica per richiedere soccorso”. La convenzione a cui fa riferimento la nota è quella per la salvaguardia della vita umana firmata nel lontano 1914 da 162 Paesi dopo il disastro del Titanic” a salvaguardia della vita umana in mare”. La Guardia costiera italiana la ricorda ora a tutti i comandanti delle navi che transitano nella zona Sar libica, quella in cui ovviamente avvengono tutti i soccorsi delle imbarcazioni con i migranti.