Guastalla, operaio muore di tubercolosi: 20 colleghi sotto profilassi

Guastalla, operaio muore di tubercolosi: 20 colleghi sotto profilassi
Guastalla, operaio muore di tubercolosi: 20 colleghi sotto profilassi

GUALTIERI (REGGIO EMILIA) – Operaio della Smeg di Guastalla (Reggio Emilia) muore di tubercolosi: venti colleghi sotto profilassi.

L’uomo, Clement Abakah, ghanese di 44 anni residente a Gualtieri, lavorava da diversi anni alla Smeg di Guastalla ed era scomparso da tempo. A dare la notizia della sua morte per infezione da tubercolosi è stata la Ausl di Reggio Emilia, che ha ricevuto la comunicazione dai medici dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio che lo avevano in cura fino al 20 giugno, quando l’uomo è morto, spiega sulla Gazzetta di Reggio Mauro Pinotti, che scrive:

La notizia arrivata alla Smeg di Guastalla nei giorni scorsi ha creato una certo scompiglio tra i 700 dipendenti. Il protocollo operativo relativo alla sorveglianza dei contatti in un caso di tubercolosi, trattandosi di ambiente di lavoro, prevede tre categorie: contatti stretti (conviventi con il caso o che hanno condiviso lo stesso spazio per numerose ore al giorno), contatti regolari (condividono regolarmente lo stesso spazio chiuso) e contatti occasionali (quelli che condividono occasionalmente lo stesso spazio chiuso).

(…) Sono circa una ventina gli operai sottoposti a test Mantoux come prevede la profilassi in questi casi. La tubercolosi è una malattia infettiva, potenzialmente grave, che colpisce soprattutto i polmoni. Il bacillo responsabile (agente eziologico) si trasmette da persona a persona attraverso le piccole gocce di saliva rilasciate nell’aria dal malato. La maggior parte delle persone infettate da questo batterio non sviluppa i sintomi della tubercolosi.

Se non viene trattata tempestivamente e in modo adeguato, la tubercolosi può anche essere fatale. In uno stadio iniziale tende a colpire i polmoni, mentre in seguito può diffondere in altre parti del corpo attraverso il flusso sanguigno, determinando complicanze differenti a seconda della localizzazione del focolaio.

Clement Abakah era un uomo forte e robusto e all’apparenza non mostrava segni di malessere quali tosse, febbre, perdita di peso. Sintomi che avrebbero suonato come un campanello d’allarme.

L’operaio 44enne viveva solo, probabilmente si è trascurato o non ha dato eccessivo peso ai segnali che il suo corpo gli lanciava, se non nell’ultimo periodo quando evidentemente la situazione è precipitata. Da una settimana sembrava scomparso da casa, tanto da allarmare anche i vicini, mentre invece l’uomo era ricoverato a Reggio Emilia dove è morto per l’infezione che era arrivata all’ultimo stadio.

 

 

 

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