Guerrina Piscaglia, Elena Ceste e Roberta Ragusa, tre donne scomparse della provincia dimenticata

Guerrina Piscaglia, Elena Ceste e Roberta Ragusa, tre donne scomparse della provincia dimenticata
Guerrina Piscaglia, Elena Ceste e Roberta Ragusa, tre donne scomparse della provincia dimenticata

ROMA – Elena Ceste, Roberta Ragusa e Guerrina Piscaglia: tre donne scomparse, tre misteri, tre casi “della nostra provincia dimenticata” che hanno coinvolto emotivamente l’opinione pubblica italiana. Elena Ceste, scomparsa lo scorso 24 gennaio da Costigliole d’Asti e ritrovata, morta, nove mesi dopo. Unico indagato: il marito, Michele Buoninconti. Roberta Ragusa, scomparsa nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 e mai più trovata. Unico indagato: il marito, Antonio Logli. E poi c’è la storia di Guerrina Piscaglia, scomparsa da Arezzo lo scorso 1 maggio. Dopo sei mesi e mezzi c’è un frate indagato per favoreggiamento in sequestro di persona o omicidio e il marito denunciato per falsa testimonianza. Nel grande calderone delle donne scomparse, scrive Pierangelo Sapegno della Stampa, quella di Guerrina Piscaglia “moglie delusa e madre dolente di un figlio disabile, oltre che signora di fede invaghita del suo parroco, è la più strana di tutte”.

Storia strana che si può riassumere così: Guerrina Piscaglia di Badia Tedalda (Arezzo) è una donna religiosa che scarica in chiesa tutti i problemi di una madre con un figlio disabile. Poi all’improvviso la svolta: Guerrina cambia taglio di capelli, si mette a dieta, si trucca di più. Basta questo in paese per far partire le voci: Guerrina è sempre insieme al nuovo sacerdote congolese, Gratien Alabi, don Graziano. Quindi in paese fanno presto a collegare: Guerrina è innamorata del sacerdote. Il primo maggio, come sempre, Guerrina esce di casa per andare in chiesa, e sparisce.

L’ex postino del paese – scrive Pierangelo Sapegno della Stampa – sostiene di averla vista «aspettare qualcuno in un sentiero nei pressi della canonica». Secondo altri il frate sarebbe stato visto fare la stessa strada dopo di lei. Gratien Alabi e il marito devono andare a officiare un funerale a Sestino. Primo mistero: arrivano insieme con mezz’ora di ritardo. Perché? «Siamo tornati indietro a prendere un libro per la Messa», dice Mirco. Doveva esserci anche lei a Sestino, ma non c’è. Ed è questo il secondo mistero: da lì parte un messaggio dal suo cellulare diretto (per sbaglio) a un prete nigeriano, amico di Gratien, che lei non poteva conoscere: diceva che doveva smettere «di parlare male di un uomo di chiesa».
Alla sera, arrivano altri 3 messaggi alla suocera. Guerrina dice che è stanca di suo marito. Solo che i carabinieri sospettano che siano falsi. A questo punto Mirco e il frate denunciano la scomparsa. Lasciano intendere che lei sia scappata. La sera prima c’era stata pure la cena con quel fantomatico marocchino, che in paese nessuno si ricorda di aver mai visto e di cui il marito non ricorda neppure il nome. Il fatto è che ogni volta che viene sentito, lui rilascia dichiarazioni sconclusionate e spesso inattendibili. E’ in questo marasma che i carabinieri cominciano le indagini. Loro fanno un gran lavoro, setacciano boschi e anfratti e i Ris portano via dalla canonica 4 tracce biologiche sulle pareti e sul divano. Ma di lei nessuna traccia. Guerrina è come un fantasma che aleggia sulle vite che restano, sui loro ritmi immutabili, su queste facce ferme nel tempo che un giorno qualcuno è venuto a portare via.

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