Guerrina Piscaglia, padre Gratien il 20 febbraio in Cassazione: “Non vedo l’ora. Chi sa, presto dirà la verità”

Guerrina Piscaglia, padre Gratien il 20 febbraio in Cassazione: "Non vedo l'ora. Chi sa, presto dirà la verità"
Guerrina Piscaglia, padre Gratien il 20 febbraio in Cassazione: “Non vedo l’ora. Chi sa, presto dirà la verità”

AREZZO – Il 20 febbraio padre Gratien Alabi comparirà dinanzi alla Cassazione. Il frate congolese, condannato in appello a 25 anni, è accusato di aver ucciso e nascosto il cadavere di Guerrina Piscaglia, la donna scomparsa da Ca’ Raffaello in provincia di Arezzo il primo maggio 2014 e il cui corpo non è mai stato ritrovato. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Quando il suo avvocato Riziero Angeletti gli ha comunicato la data della sua ultima chance, padre Gratien ha reagito con insolito entusiasmo: “Non vedo l’ora – gli ha detto – Ne voglio uscire al più presto e pulito”.

“Dobbiamo pregare insieme in vista di quell’appuntamento”, ha anche detto al suo avvocato. In realtà sa che rischia di tornare in carcere e questa volta la sentenza sarebbe definitiva. “Mi ha detto che anche in caso di condanna la verità verrà comunque a galla – ha spiegato il suo legale al quotidiano la Nazione – perché c’è chi la conosce, chi finora l’ha taciuta ma prima o poi verrà fuori per raccontarla. E confermerà la sua innocenza”.

Secondo l’accusa Padre Gratien, accusato di avere avuto una relazione con Guerrina, l’avrebbe uccisa e si sarebbe sbarazzato del corpo per insabbiare lo scandalo. Sono sei i punti fondamentali sui quali si basa il castello accusatorio del pm Marco Dioni, accolto dai giudici in primo e secondo grado. In primis l’alto numero di chiamate tra Padre Gratien e Guerrina Piscaglia prima delle 14 di quel primo maggio e la caduta verticale successiva. Poi gli sms mandati dal cellulare di Guerrina dopo la sua sparizione, peraltro carichi di errori di ortografia. Il presunto depistaggio messo in atto dal frate secondo il quale la donna poteva essere partita con un ambulante marocchino. La figura di zio Francesco, personaggio totalmente inventato, secondo procura e giudici, per depistare le indagini e il modus vivendi del religioso ritenuto “incline alla bugia”.

Come farà la difesa a ribaltarli? L’avvocato Angeletti spiega alla Nazione che la Cassazione dovrà valutare la legittimità dei provvedimenti finora attuati non nel merito:

“Gli sms erano riportati in fotografia senza possibilità di esaminare i cellulari e quindi controdedurre. Non è stata ammessa l’escussione dei sette testimoni sentiti con incidente probatorio: compreso il più importante, padre Hilary Okeke, il religioso amico di Graziano che ricevette l’sms dal telefonino di Guerrina. Ma l’incidente probatorio era stato fatto quando Gratien era ancora accusato di favoreggiamento e non di omicidio”.

La difesa contesterà anche il rifiuto di ascoltare i testimoni che avevano dichiarato di aver visto Guerrina dopo le fatidiche 14.45. Padre Gratien si trova attualmente nel convento romano dei padri Premostratensi dove celebra messa e fa intensa vita di comunità. Non ha mai smesso di proclamarsi innocente ma il 20 febbraio potrebbe tornare in carcere.

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