Guglielmo Dolci, imprenditore, si impicca. Azienda in crisi e separazione

Guglielmo Dolci, imprenditore, si impicca. Azienda in crisi e separazione
Guglielmo Dolci in barca a Venezia (Foto da Facebook)

RUBANO (PADOVA) – Suicida per crisi con un cappio al collo nella sua casa di Rubano, in provincia di Padova: è morto così Guglielmo Dolci, imprenditore di 48 anni, dirigente del “Gruppo 3A”. Dolci ha lasciato due lettere d’addio alla moglie, da cui si stava dolorosamente separando, e l’altra all’azienda, in cui scriveva della sua preoccupazione per l’andamento economico della ditta oltre.

ScriveIl Mattino di Padova: 

“Guglielmo Dolci era uno dei nove membri del consiglio di amministrazione del “Gruppo 3A”, una cooperativa che si occupa di acquisti all’ingrosso di materie prime alimentari: gestiva acquisti di gruppo per spuntare prezzi più favorevoli a beneficio di soci e clienti, tutte aziende alimentari sparse per l’Italia. Non era uno dei soci, ma un dirigente operativo, l’interfaccia tra i fornitori e i clienti, componente anche il consiglio di amministrazione. Si occupava dei contratti e pertanto era sempre in giro, spesso fuori regione. Questo il Guglielmo lavoratore. Ma c’era poi il Guglielmo affettuosissimo padre, e marito in una coppia che si stava sgretolando. Aveva lasciato la casa in cui viveva con la famiglia a Cadoneghe e aveva trovato ospitalità nell’abitazione che gli aveva messo a disposizione un amico. Lo stesso che ieri pomeriggio, poco prima delle 17, lo ha trovato privo di vita”.

Dolci era anche volontario alla Protezione civile. Era andato ad aiutare i terremotati dell’Emilia Romagna dopo le scosse del maggio del 2012. Ma da un mese e mezzo aveva lasciato il gruppo.

“«Mi aveva restituito la divisa e l’attrezzatura che viene data in dotazione a ogni volontario» dichiara Sergio Zampieron, il coordinatore del gruppo di Cadoneghe, «perché io potessi darla a qualche altra persona. Sapevamo della sua separazione e mi ha detto che, essendosi trasferito a Rubano, non era più in grado di essere operativo e presente in caso di emergenza. Dei problemi di famiglia parlava, nessun cenno invece a eventuali problemi di lavoro. Anzi, viaggiava molto e diceva che, nonostante la crisi, avevano retto bene». Se ci fossero o meno difficoltà lavorative ed economiche, legate a lui personalmente o all’azienda in generale, lo appureranno i carabinieri nei colloqui con i colleghi, i soci e il presidente, nelle prossime ore”.

 

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