L’operazione ‘Match-point’, tuttora in corso e cominciata alcuni mesi fa, ha portato oggi ad altri 19 arresti in tutta Italia, oltre ai 23 dello scorso maggio. Gli hacker, di Roma, Pisa, Cosenza e Siracusa, offrivano case di villeggiatura a prezzi convenienti in luoghi come la Costa Smeralda, le isole Eolie o la riviera romagnola, attraverso falsi annunci sul web. Poi, prima di sparire, incassavano l’anticipo facendosi versare circa 300 euro su carte prepagate intestate ad altre persone, ignare di tutto.
Ma le vacanze fantasma non erano le uniche truffe. Il gruppo, con a capo un ex collaboratore di giustizia già arrestato lo scorso maggio, aveva base a Roma, ma ramificazioni in tutto il Paese e legami con organizzazioni criminali russe e ucraine specializzate nel furto di codici di carte di credito. Le intrusioni informatiche erano dirette ai server di importanti società finanziarie, ma le identità venivano rubate anche dalle banche dati di alberghi italiani.
Secondo gli investigatori, la banda utilizzava circa cinquemila codici a settimana, ottenuti attraverso comunicazioni in chat criptate, per poi contraffare le carte di credito usate anche per gli acquisti in negozi di lusso e di prodotti hi-tech. La merce veniva rivenduta a una rete di ricettatori a Roma e in Calabria. Durante i sequestri, i militari hanno trovato apparecchiature professionali per la contraffazione di carte di pagamento, oltre 500 carte di credito e più di un migliaio di codici.