Hai bevuto troppo? Il carro-attrezzi preventivo ti riporta a casa

Pubblicato il 7 Gennaio 2010 - 11:33 OLTRE 6 MESI FA

Ezio Foroni con un dipendente

Nelle province di Mantova e Brescia è nato un servizio che riporta a casa col carro-attrezzi coloro che hanno bevuto troppo. L’idea è di un 38enne di Castel Goffredo in provinciadi Mantova, Ezio Foroni, ideatore di Sos Alcol Test. Il servizio è attivo da due mesi nella province di Mantova e Brescia ed ha attirato l’interesse del Ministero dei Trasporti, che è interessato a riproporlo nel resto d’Italia.

Foroni spiega perché il servizio sembra trovare vasti consensi a differenza di altri servizi simili proposti in varie parti d’Italia: «Noi non ci mettiamo alla guida dell’auto, ma riportiamo a casa il cliente con un nostro mezzo. L’idea mi è venuta quando un amico mi ha detto perché i servizi simili al nostro non funzionavano in Italia: a molte persone dà fastidio che qualcun’altro guidi la propria auto. Macchina caricata sul carro-attrezzi e si parte».

Il progetto è ancora un cantiere aperto: «La mia è una piccola impresa individuale ma stiamo cercando altre persone disposte a mettersi in rete con noi per coprire più territorio possibile». Al momento infatti, la ditta di Foroni ha solo sue dipendenti: per il futuro«l’obiettivo è quello di mantenere i prezzi bassi, come adesso, e poter destinare una parte dei ricavi ai fondi per le vittime della strada. Se qualcuno si farà avanti, potremmo anche pensare di fondare una onlus».

La presentazione sui volantini pubblicitari e su Facebook è di sicuro effetto: «Avete bevuto troppo? Non volete rischiare la patente? Siete stanchi o infortunati? Siete rimasti a piedi? Chiamateci, vi porteremo a casa in tutta sicurezza». Niente prenotazione, il servizio è su chiamata il venerdì, il sabato e la domenica. Notte brava in discoteca? Nessun problema, arrivano gli angeli col carro-attrezzi che sono fra l’altro tutti e tre astemi.

«Anch’io ho dei figli – spiega Foroni – che tra qualche anno cominceranno ad andare in discoteca. Quindi, parlando da padre, sarei più tranquillo se sapessi che c’è qualcuno che li riaccompagna a casa».

Infine Foroni spiega come è nato il contatto con il Ministero. «Ho chiesto informazioni per mettermi in regola e loro mi hanno fatto i complimenti per l’iniziativa. Poi mi hanno richiamato e si sono detti interessati al progetto».