Iginia Fabbri morta coi polsi legati: ma per gli inquirenti non l’hanno ammazzata

Pensionata morta ad Arquata Scrivia: Iginia Fabbri aveva i polsi legati
Iginia Fabbri morta coi polsi legati: ma per gli inquirenti non l’hanno ammazzata

ROMA – Restano piene di punti interrogativi le ultime ore di Iginia Fabbri, la pensionata di 71 anni morta, la sera del 6 febbraio, mentre i soccorritori cercavano di salvarla nella sua casa di campagna, una villa da tempo trascurata nella borgata Pessino di Arquata Scrivia (Alessandria), al confine tra il Piemonte e la Liguria.

La donna, vedova, con figlio quarantenne, è stata trovata adagiata su una brandina, accanto alla porta d’ingresso, con i polsi segnati da legacci che probabilmente le erano stati appena tolti.

Ma nessun altro segno di violenza, né effrazioni o danneggiamenti. Particolari che fanno ritenere poco probabile, se non addirittura escludere – secondo gli investigatori – la pista di rapinatori o di ladri sorpresi nella casa. “Ho trovata mia madre legata, in stato di semi incoscienza”, ha raccontato il figlio ai soccorritori. Il primo referto medico parla di morte per ipotermia, ma soltanto l’autopsia farà chiarezza sulle cause del decesso.

Sul corpo non sono state riscontrate tracce di violenza, se non, appunto, i segni sui polsi. Ma perché era stata legata e chi l’ha voluta immobilizzare? E quanto tempo la pensionata è rimasta nella casa, al freddo, mentre fuori imperversava il maltempo? Sono tutti aspetti che dovranno chiarire le indagini, affidate ai carabinieri nel Nucleo Investigativo di Alessandria, coadiuvati dai colleghi della stazione di Arquata Scrivia e della compagnia di Novi Ligure.

Il figlio è stato sentito a lungo dai carabinieri e dal pm, e anche la compagna dell’uomo, altri parenti, conoscenti e vicini di casa. Gli investigatori hanno ascoltato le testimonianze sia di chi abita le case vicine alla villa sia i vicini dell’abitazione principale, nel centro di Arquata, dove la vittima viveva con il figlio. La villa dove Iginia Fabbri è morta era in vendita: al suo interno non ci sarebbero stati pezzi di valore, ma solo mobili, suppellettili, arnesi e altri oggetti accatastati spesso alla rinfusa, molti coperti da uno strato di polvere.

Dopo il primo sopralluogo al buio, i carabinieri sono tornati, alla luce del sole, a ispezionare la villa, alla ricerca di qualche elemento che possa risolvere il giallo di Arquata. Al momento non c’è nessuna persona indagata. Restano tanti aspetti da chiarire, a cominciare dai legacci ai polsi.

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