Igor il Russo, la sua fuga è una sfida ai carabinieri. L’ordinanza del Gip

Igor il Russo, la sua fuga è una sfida ai carabinieri. L'ordinanza del Gip
Una immagine di Igor Vaclavic, ricercato per varie rapine nel ferrarese, sospetatto della rapina della pistola alla guardia giurata di Consandolo (Ferrara) con somiglianze con l’omicida di Davide Fabbri a Budrio (Bologna).
ANSA/CARABINIERI
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FERRARA – Una sfida alle forze dell’ordine, in particolare ai carabinieri. E’ descritta così la fuga di Norbert Feher (alias Igor Vaclavic o Igor il Russo) dal Pm Marco Forte, nella richiesta di custodia in carcere accolta dal Gip Letizio Magliaro per il serbo, indagato a Bologna per l’omicidio del barista di Budrio Davide Fabbri.

“Nemmeno la rocambolesca ‘caccia all’uomo’ – scrive il Pm, in un passaggio riportato nell’ordinanza – che ha comportato il dispiegarsi di un migliaio di unità di militari, tra cui i reparti speciali dei Carabinieri dei Cacciatori di Calabria, del Tuscania e dei Gis lo ha determinato a desistere, tanto da poter escludere la mera occasionalità della condotta e anzi dimostrando l’individuo un’assoluta spregiudicatezza, quasi a voler ingaggiare una vera e propria sfida con le forze dell’ordine e una lucida e criminale determinazione, negli ultimi giorni alimentata anche dai mezzi di informazione nel ‘romanzare’, quando non ‘inventare’ le notizie, che ne hanno trasformato la figura da mero violento criminale in soggetto dotato di capacità sovrumane”.

L’ordinanza sarà ovviamente notificata al killer quando sarà catturato. A carico di Feher, 37 anni, nato a Subotica in Serbia, alias Igor Vaclavic, 41 anni nato in Russia, sono cinque capi di imputazione della Procura di Bologna: oltre all’omicidio del barista, con un colpo di pistola sparato quando Fabbri lo aveva disarmato del fucile e percosso con la stessa arma, anche la tentata rapina nel bar la sera del primo aprile, quando entrò con un cappello da caccia e il bavero di un giaccone militare a coprire il volto; poi la detenzione illegale del fucile da caccia e della pistola, la ricettazione delle stesse armi e il furto del Fiorino, a Mezzolara di Budrio, commesso verosimilmente tra il 3 e l’8 aprile, il giorno in cui l’indagato ha abbandonato il mezzo dopo aver ucciso a Portomaggiore, nel Ferrarese, la guardia volontaria Valerio Verri e ferito il poliziotto provinciale Marco Ravaglia.

Il tutto aggravato dall’essersi già sottratto alla cattura per rapine commesse nel 2016 nel Ferrarese. Il furgone è stato rubato da Feher, viene ricostruito, dopo essere entrato in un casolare momentaneamente vuoto e dopo aver preso le chiavi di accesso al garage-fienile dove era posto, con chiavi e documenti a bordo. Per il Gip sussistono ovviamente le esigenze cautelari del pericolo di fuga e del rischio di reiterazione. Quanto successo per l’omicidio Verri (su cui è competente la Procura di Ferrata) è comunque indice, scrive il Gip, recependo quanto sottolineato dal Pm “di professionalità e tendenza a delinquere” oltre che di “assoluto disinteresse per la vita altrui”. Si sottolinea inoltre l’assoluta “mancanza di volontà per l’indagato di reinserirsi in un percorso sociale”.

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