BOLOGNA – Nessuno cerca più Igor il Russo, il killer ricercato ormai quasi tre mesi dopo l’omicidio del barista di Budrio Davide Fabbri e della guardia ecologica Valerio Verri.
La prima fase delle ricerche si è conclusa infruttuosamente e ora gli inquirenti sono passati alla seconda fase, quella delle indagini classiche svolte dai reparti investigativi e finalizzate a trovare Igor il Russo, il cui vero nome in realtà è Norbert Feher, serbo di 36 anni, ormai ufficialmente latitante.
Purtroppo, riporta il Resto del Carlino, la grande caccia all’uomo delle prime settimane è fallita.
Sono ormai passati tre mesi dal primo delitto, quello del 1 aprile nel bar di Budrio. Poi è arrivata la seconda vittima, la guardia ecologica volontaria (e disarmata) Valerio Verri, ucciso senza pietà a Portomaggiore l’8 aprile. Quella terribile notte il killer, fuggito su un Fiorino rubato, venne intercettato a Marmorta di Molinella da due pattuglie dei carabinieri, ma riuscì ad abbandonare l’auto e tuffarsi in una piccola macchia boschiva, facendo così perdere le proprie tracce. Da allora i carabinieri, coordinati dal pm Marco Forte, hanno messo sul terreno di tutto: reparti d’élite, cani molecolari, visori termici e a infrarossi, perfino i droni. Hanno scandagliato da cima a fondo casolari e acquitrini delle campagne e delle oasi della zona rossa, ma Igor è rimasto un fantasma.
Con il passare dei giorni, è maturata negli inquirenti la quasi certezza che qualcuno abbia aiutato il fuggitivo, dandogli un riparo. E così, piano piano, le ricerche sul campo hanno ceduto il passo alle indagini classiche per ricostruire la rete di contatti e amicizie di Feher, con l’obiettivo di scovare il (o la) possibile complice.