Igor il Russo, individuati complici e basisti in Emilia Romagna

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Individuati complici e basisti di Igor il Russo quando era in Emilia Romagna (foto Ansa)

BOLOGNA – Le indagini su Norbert Feher (meglio noto come Igor il Russo), il serbo accusato di almeno due omicidi a inizio aprile in Emilia e di altri tre a metà dicembre in Spagna, dove è stato arrestato, “proseguono per delineare la rete di favoreggiatori che ha agevolato la latitanza”. Lo ha detto il comandante dei carabinieri di Bologna, colonnello Valerio Giardina, spiegando che “già a metà aprile” erano in corso attività sugli appoggi di ‘Igor’.

Dopo l’omicidio del barista di Budrio Davide Fabbri sono iniziate “intercettazioni telefoniche, ambientali, pedinamenti che hanno permesso l’individuazione di chi gli ha dato una mano” e, ha aggiunto “delle cellule di riferimento della latitanza e dei canali” con cui è uscito dall’Italia per raggiungere la Spagna, passando per altri territori. I militari stanno lavorando a un’informativa proprio sulla rete di ‘fiancheggiatori’, “composta da un numero di persone non inferiore a dieci e non superiore a 100”, ha detto Giardina con una battuta, prevedendo risultati sul tema entro metà 2018.

In tre mesi di ‘caccia a Igor‘ nel territorio tra le province di Bologna e Ferrara sono state 1.600 le pattuglie di carabinieri impiegate, di cui 300 di Tuscania e Cacciatori di Calabria, 963 di squadre operative di supporto (Sos) e aliquote di primo intervento (Api), 350 i posti di osservazione e allarme predisposti, 1.820 gli edifici rastrellati, 102 le scansioni dinamiche con camera termica, 81 le perlustrazioni con cani, di cui otto con risultati positivi: tracce fiutate con riscontro del Dna del fuggitivo. Sono alcuni dei numeri forniti da Giardina.

Gli specialisti dell’Arma, ha detto Giardina, hanno infatti tracciato un profilo criminologico di una persona “con una progettualità sanguinaria” che “non si sarebbe fermato di fronte a niente”. Al dispositivo messo in campo, “a volte sottovalutato” va quindi il merito, per Giardina, di “aver bloccato la velleità criminale”. Feher è stato arrestato in Spagna il 15 dicembre, dopo aver commesso altri tre omicidi. Nel territorio dove Feher si è nascosto dopo i delitti in Emilia, il frutto dei controlli rafforzati ha portato a 93 arresti, 582 denunce, 20 kg di hascisc sequestrata e 20 auto rubate e ritrovate.

Le vittime degli omicidi di Norbert Feher alias Igor Vaclavic e i loro familiari sono “i veri protagonisti di questa vicenda” e il loro “grido di dolore, in alcuni momenti anche forte, è stato da noi accettato e ha costituito un momento costante di determinazione, volontà, entusiasmo per proseguire nell’attività e garantire alla giustizia un assassino che deve scontare tutti i giorni della sua vita in carcere”. Ha detto il colonnello Valerio Giardina. Giardina ha espresso “totale e completa vicinanza” alle famiglie delle vittime, che hanno a volte criticato anche duramente gli investigatori.

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