ROMA, 6 OTT – I tabacchi sono un'importante fonte di gettito per le casse dello Stato, assicurando un afflusso, tra accise e Iva, di 14 miliardi di euro l'anno.
E' quanto rilevato da una ricerca Censis in collaborazione con la British American Tobacco (Bat) Italia. Nell'ultimo ventennio il gettito e' aumentato costantemente, raddoppiando il valore in termini reali da 1,34 euro a pacchetto a 2,86 euro.
Questi risultati – sottolinea il Censis – sono stati ottenuti a fronte di una progressiva diminuzione dei consumi effettivi (fuma il 23% della popolazione, una quota a livelli medio-bassi nella graduatoria europea) e grazie a un' efficace azione di contrasto ai traffici illeciti. Ma soprattutto l'Italia – rileva il Censis – non ha messo in atto quelle politiche 'shock' di aumento dei carichi fiscali, attuate per esempio da Francia e Irlanda, che non solo hanno fatto scendere i consumi ma anche le entrate per lo Stato e incentivato i fumatori verso il contrabbando.
In Italia – secondo l'indagine Censis-Bat – l'opinione pubblica non ha la piena percezione dell'ampiezza del carico fiscale sul prezzo finale, ma sta di fatto che il 33% dei fumatori e' contrario a ogni ipotesi di aumento della tassazione ''perche gia' adeguata'', e il 24% dei fumatori riterrebbe che la tassazione andrebbe ridotta.
Per la Fondazione Visentini e Luiss, intervenute a presentare con il Censis le loro elaborazioni, diventa sempre piu' elevata la sensibilita' dei consumatori verso gli aumenti del pacchetto.
''In realta' – osserva Giovanni Carucci, vicepresidente Bat Italia – piu' di 3/4 del valore del prodotto e' costituito dalla fiscalita'. Siamo arrivati al punto limite, e lo abbiamo fatto ben presente alle istituzioni''.
Altri rischi che pesano sul settore sono le ipotesi che circolano in merito alla revisione delle direttive Ue. Dal pacchetto anonimo, alla vendita senza esposizione della merce, sottolinea Carucci, '' queste norme risulterebbero devastanti per la filiera''.