Il Museo della Liberazione costretto a pagare dopo le scritte antisemite

Tre mesi fa le scritte negazioniste avevano imbrattato i muri del Museo della Liberazione di via Tasso, a Roma, proprio nel Giorno della Memoria. Ora arriva la scoperta che lo sbobinamento delle riprese servite per incastrare i vandali è stato pagato dalla stessa direzione.

Le immagini, necessarie alle indagini, erano state acquisite perché le telecamere del museo avevano immortalato il gruppo di quattro giovani che in tutta tranquillità, poco dopo la mezzanotte, avevano tracciato scritte negazioniste e preso a colpi di ascia l’insegna in marmo del museo. Immagini che la Procura si era affrettata a richiedere al Museo, che aveva provveduto a farle estrarre dai nastri delle riprese.

L’operazione era stata effettuata dalla ditta che ha in concessione il servizio. Ora però è arrivata la fattura: ottocento euro che il Museo è costretto a saldare sottraendo così ai suoi bilanci anche questa somma. A constatarlo è stato il Comitato direttivo del Museo, riunito con il presidente Antonio Parisella per far quadrare il bilancio del 2010.

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