Il racket del parcheggio estorto: mezzo miliardo e adesso uccide pure

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Aprile 2014 - 10:01 OLTRE 6 MESI FA
Il racket del parcheggio estorto: mezzo miliardo e adesso uccide pure

Il racket del parcheggio estorto: mezzo miliardo e adesso uccide pure

TORINO – Mezzo miliardo di euro l’anno. Questa la stima del giro d’affari del racket del parcheggio estorto. Una cifra raggiunta a suon di monete da 50 cent o 1 euro. Piccole somme, certo, che si è costretti a pagare all’abusivo di turno per non vedere la propria macchina graffiata. O evitare i soliti insulti e minacce. E adesso questo racket uccide pure. Le vittime sono i cugini Abdelhamid e Abdelhadi Berdi, parcheggiatori abusivi di Torino accoltellati a morte il 16 aprile.

Lodovico Poletto su La Stampa spiega le cifre del racket dei parcheggiatori abusivi:

“«Almeno mezzo miliardo. Se non di più». Parola di Mario Gatto, presidente di Globoconsumatori, quelli, per capirci che ha sollevato la questione dei «Velo ok», i finti rilevatori di velocità nati come funghi lungo tutte le strade del Paese”.

Un “fiume di monete”, scrive Poletto, con le città di Roma e Napoli che potrebbero essere elette “le città dei posteggiatori”:

“il Codacons, qualche anno fa, aveva incoronato la Capitale, spiegando che, nel Vecchio Continente, la città del Colosseo era quella dove ce n’erano di più. Per quanto riguarda Napoli, invece, un censimento on line ne stima 1025, contati in 322 zone di sosta. E non è finita lì. «Fuorigrotta, in occasione delle partite si trasforma nel più grande parcheggio abusivo d’Europa (tariffe da 5 a 15 €)» scrivono gli autori del blog”. 

E il racket a volte diventa violento:

“A Rieti un automobilista paga l’uomo che gli indica un angolo dove mettere l’auto. A quello, però, non bastano i 50 centesimi, inizia ad urlare e minacciare: «Non è finita qui, io ti ammazzo». Arriva la polizia. Scattano le manette. In tribunale l’imputato sostiene che non c’è stata violenza. E poi erano pochi spicci. Lo condannano lo stesso. Estorsione. La Cassazione conferma tutto: «Il reato c’è anche se la cifra è modesta. Anche se ci sono di mezzo soltanto poche monete»”.

In pochi denunciano, in molti pagano quella moneta. Ma chi sono i posteggiatori? Poletto ne traccia l’identikit:

“disperati senza lavoro, nomadi, stranieri, manovalanza della criminalità organizzata che lucra anche su questo. E poi ci sono gli «storici». Quelli a cui la gente lascia le chiavi e se ne va. C’erano a Roma, nella zona del Verano. Li trovi a Palermo in quelle piazze dove un posto dove lasciare l’auto è una chimera. Ci sono anche a Torino. Uno per tutti, Danilo, giocatore di poker on line e padrone assoluto di una piazza a due passi dal centro. Tiene le chiavi. Sposta le auto. Sistema i ticket sui parabrezza. Quanto guadagna? Non si sa. È tutto esentasse”.

La violenza però degenera, e ora il racket uccide. Le vittime sono due cugini, posteggiatori abusivi vicino l’ospedale Molinette di Torino, scrive Claudio Laugeri su La Stampa:

“O almeno, è la pista seguita dagli investigatori della Squadra Mobile, diretta da Luigi Silipo, che da ieri all’alba indagano sugli omicidi di Abdelhamid Berdi, 55 anni, e del cugino Abdelhadi, di 44, entrambi originari di Khouribga, in Marocco.

I due cugini sono stati aggrediti in via Nizza:

“Gli omicidi sono avvenuti tra le 5 e le 5,30. A delimitare l’orario sono due testimonianze. Una è di un inquilino della palazzina con il portone sul marciapiede dove sono stati uccisi i cugini Berdi. E’ uscito alle 5 per portare a passeggio il cane, è rimasto fuori qualche minuto ed è rientrato. Poco prima delle 5,30, l’addetto alle pulizie di un altro condominio ha notato Adi: barcollava, poi è caduto a terra. In quel momento rincasava un vigilante dopo aver finito il turno di notte. Sono intervenuti insieme, hanno chiamato il 118 e la polizia. L’ambulanza è arrivata in fretta, ma per i due cugini c’era più nulla da fare.

Amid è stato colpito due volte al torace e altrettante al fianco sinistro, Adi una sola volta all’altezza dell’addome, dal basso verso l’alto, con la lama che ha spaccato un polmone. Amid è riuscito a fare qualche passo prima di accasciarsi sul marciapiede, davanti alla farmacia; Adi ha barcollato, poi è stramazzato al suolo. Nessun coltello in mano alle vittime oppure a terra. Sono stati ammazzati. E forse, gli assassini sono più d’uno. Magari hanno agito insieme, per evitare che le vittime potessero fuggire”.

Dopo aver ricostruito la vita delle vittime, gli inquirenti ritengono che dietro gli omicidi potrebbero esserci rivalità con altri parcheggiatori:

“Mai avuto contatti con il mondo della droga, in tasca avevano i documenti, qualche soldo, ma nemmeno un temperino. Infermieri, custodi, addetti alle pulizie e alla manutenzione ricordano Adi come «il parcheggiatore gentile». Vicino alle Molinette, però, non sono tutti come loro. I parcheggiatori abusivi si contendono i posti in ogni modo. Ci sono nordafricani e nomadi, piazzati sul perimetro della «città della Salute», come è stato ribattezzato il polo sanitario che ha come fulcro le Molinette”.