ROMA – No all’archiviazione delle indagini sull’omicidio della giornalista Ilaria Alpi e del cameraman Miran Hrovatin, uccisi il 20 marzo 1994 a Mogadiscio. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Il gip di Roma, Andrea Fanelli, ha concesso altri 180 giorni per la prosecuzione degli accertamenti, respingendo la richiesta avanzata dalla procura di Roma.
A determinare il no all’archiviazione anche la trascrizione di una intercettazione tra due cittadini somali, presente nelle carte di una inchiesta della Procura di Firenze, e inviata a piazzale Clodio nell’aprile scorso, proprio alla vigilia dell’udienza davanti al gip. Nelle motivazioni il giudice Andrea Fanelli chiede alla procura di ascoltare i protagonisti di quella intercettazione e in particolare di ascoltare Abdi Badre Hayle “al fine di accertare da chi è partito l’ordine di versare la somma di 40 mila dollari all’avvocato Duale e come egli facesse a sapere che era per la questione Hashi”.
Il giudice, inoltre, chiede ai pm di ascoltare Mohamed Geddi Bashir “al fine di accertare da chi ha ricevuto l’informazione – è scritto nel documento del gip – che Hashi Omar Hassan era stato ingiustamente condannato per l’omicidio di Ilaria Alpi e che quest’ultima era stata invece uccisa da militari italiani”. Il gip chiede anche di ascoltare l’avvocato Douglas Duale per accertare se effettivamente “gli sia stato corrisposto del denaro dal governo somalo o da altri soggetti per la difesa di Hashi Omar Hassan”.
Tra le richieste avanzate dal gip c’è inoltre quella di ascoltare “la fonte confidenziale citata nella relazione Sisde del 3 settembre 1997, previa nuova richiesta al direttore pro tempore in ordine all’attuale possibilità di rivelarne le generalità”. Nella relazione dei servizi segreti “emergerebbe il coinvolgimento dell’imprenditore Giancarlo Marocchino nel duplice omicidio nonché in presunti traffici di armi”.
A tal proposito il gip Andrea Fanelli cita il suo collega, Emanuele Cersosimo, che con una ordinanza del 2 dicembre 2007, aveva chiesto che venisse ascoltata quella fonte confidenziale dell’allora servizio segreto civile ma “il ministero dell’Interno aveva risposto, con nota del primo aprile 2008, che perduranti esigenze di tutela della fonte stessa non consentivano di fornire elementi atti a rivelarne l’identità”. Dopo oltre dieci anni “appare utile verificare la persistenza delle ragioni di segretezza addotte dal Sisde”, conclude Fanelli.
“Una vittoria dell’Italia che si è sempre battuta per la giustizia e per la verità”, commenta Walter Verini, deputato Pd in Commissione Giustizia alla Camera. Il pensiero corre inevitabilmente a Luciana Alpi, la mamma di Ilaria, scomparsa appena due settimane fa ad 85 anni, senza poter conoscere la verità.