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Ilaria Rinaldi, l’ombra della droga sulla morte della ciclista 33enne

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Ilaria Rinaldi, la 33enne trovata morta in casa a Pillo

ROMA – C’è l’ombra della droga sulla prematura morte dell’ex ciclista e campionessa italiana Ilaria Rinaldi.

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Potrebbe essere un’overdose ad aver stroncato la vita della 33enne, trovata morta il giorno di Pasquetta nella sua abitazione a Pillo, in provincia di Firenze. In quella casa, infatti, i carabinieri hanno trovato siringhe e un laccio emostatico. E anche i resti di una sostanza che potrebbe essere eroina. Sarà l’autopsia, disposta dal pm Paolo Barlucchi, assieme agli esami tossicologici, a stabilire la verità.

Come racconta il quotidiano La Nazione, a dare l’allarme è stato il padre della ragazza, insospettito e spaventato dal silenzio della giovane che non rispondeva al telefono. Quando l’ha trovata a casa, l’uomo ha subito chiamato i soccorsi, ma per la ciclista, esanime sul pavimento, non c’era più niente da fare.

Campionessa italiana di cross nel 2005, più volte titolare in nazionale under 23, il sogno per Ilaria Rinaldi durò pochissimo: nel 2007, in un controllo effettuato dopo una corsa minore in Germania, venne trovata con valori di testosterone completamente fuori norma.

Scontata la squalifica di due anni, la Rinaldi resistette un paio di stagioni nel professionismo prima di fare il salto nel granfondo.

In tre anni vinse la maggior parte delle corse italiane, alternando allenamenti duri a un lavoro part time in una azienda grafica. Anche nel settore amatoriale i guai non mancarono. Su tutti una squalifica federale di tre mesi per aver gareggiato (e vinto) assumendo una falsa identità, quella della moglie di un compagno d’ allenamento, poi squalificato per doping, e truccando l’ età a un campionato mondiale master in Austria.

Negli ultimi anni, uscita anche dal mondo fondistico, frequentava soprattutto la mountain bike, gareggiando in in Toscana e vincendo tutte le corse cui partecipava. Pochi mesi fa si era tesserata con il Team Stefan di Stefano Del Carlo, cicloamatore reduce da una squalifica biennale per doping e coinvolto nella recente inchiesta della Procura di Lucca sul decesso del giovanissimo Linas Rumsas.

 

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