Ilenia Fabbri, identikit dell'assassino: alto, spalle grosse, vestito di scuro. Le ultime parole di lei: "Cosa vuoi?" Ilenia Fabbri, identikit dell'assassino: alto, spalle grosse, vestito di scuro. Le ultime parole di lei: "Cosa vuoi?"

Ilenia Fabbri, identikit dell’assassino: alto, spalle grosse, vestito di scuro. Le ultime parole di lei: “Cosa vuoi?”

L’assassino di Ilenia Fabbri ha un identikit. Molto alto, ben piazzato, con spalle grosse e vestito di scuro. E’ su questi elementi che la Polizia sta lavorando a proposito del giallo di Faenza. Ilenia Fabbri è la 46enne trovata sgozzata poco prima dell’alba di sabato 6 febbraio nel suo appartamento della città in provincia di Ravenna.

La descrizione, come riportato da alcuni quotidiani, è stata fornita dall’amica della figlia che quella notte si trovava nell’appartamento. E che alle 6.06, temendo l’intrusione di un ladro, ha lanciato l’allarme chiamando l’amica uscita da poco per recarsi assieme al padre, ed ex marito della vittima, a una concessionaria di Milano.

Ilenia Fabbri, una testimone l’ha sentita parlare prima dell’omicidio

La giovane testimone avrebbe prima sentito queste parole dalla vittima: “Chi sei? Cosa vuoi?”. Seguite dalle sue grida. Quindi, prima di barricarsi in stanza, la giovane si è affacciata vedendo un uomo di spalle giù per le scale: si tratta di una persona che non aveva mai visto prima e che in quel momento stava inseguendo la vittima o la stava spingendo giù.

Ilenia Fabbri, identikit dell’assassino

Ed è stata proprio questa testimone a fornire l‘identikit dell’assassino. Molto alto, ben piazzato, con spalle grosse e vestito di scuro. La giovane ha sentito alcuni tonfi, poi le urla della donna sono cessate. Ematomi su una spalla e la fronte fanno pensare agli esiti di rovinose cadute oppure a una suola di scarpa: come se l’assassino avesse voluto tenere ferma la vittima a terra per finirla. Si ipotizza che l’arma del delitto possa essere un coltello in ceramica lama piatta recuperato nel vano cucina dove la donna è stata trovata morta.

Per confermarlo, occorrerà l’esito finale dell’autopsia eseguita domenica su incarico del Pm Angela Scorza. Ma non è escluso che il killer abbia cercato di aggredire la vittima già dalla camera da letto al piano superiore con altri modi, compreso lo strangolamento. Il fatto che non siano state trovate impronte fa pensare all’uso di guanti, rafforzando l’ipotesi di un delitto compiuto da un sicario su commissione.

Gestione cookie