La figlia di Ilenia Fabbri, la 46enne uccisa all’alba dello scorso 6 febbraio nella sua casa di via Corbara a Faenza, difende il padre. Lo aveva difeso prima del suo arresto. Lo fa anche adesso che è recluso in carcere con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio dell’ex moglie.
Arianna, la 21enne figlia di Ilenia Fabbri, non volta le spalle al padre Claudio. Lo fa parlando alla trasmissione Mattino Cinque cui dice che “il problema non è babbo. Il problema è Barbieri Pierluigi”, il sicario, reo confesso, che ha indicato come mandante del delitto l’ex marito della donna.
Le parole della figlia di Ilenia Fabbri
“Mi ha scritto una lettera – spiega alla trasmissione di Canale 5 riferendosi al papà – in cui mi dice che mi vuole tanto bene. Io so che non la voleva ammazzare. Lui me l’ha detto – aggiunge – ha sbagliato a fare questa cosa per farle paura ma il problema non è babbo. Il problema – conclude – è Barbieri Pierluigi”. Arrestato insieme a Claudio Nanni con l’accusa di essere stato l’esecutore materiale dell’aggressione mortale a Ilenia Fabbri. Confessata dallo stesso Barbieri lo scorso 8 marzo, proprio nella ricorrenza della Giornata internazionale della Donna.
Lo scritto di cui Arianna parla a Canale 5 è una lettera speditale dal padre dal carcere in cui racconta di non avere voluto uccidere l’ex compagna, ma solo spaventarla. Versione sostenuta anche negli interrogatori con gli inquirenti. Vissuta un mese con il babbo, dopo il delitto di febbraio, la 21enne aveva sostenuto più volte di credere all’innocenza del genitore.
Pierluigi Barbieri e il delitto di Faenza
L’uomo, 53enne conosciuto come lo Zingaro e con precedenti di picchiatore su commissione, ha rivelato, tre giorni fa, di aver ucciso Ilenia Fabbri e di averlo fatto su commissione dell’ex marito, dietro la promessa di un compenso: 20.000 euro e un’automobile. Nanni – dal canto proprio – ha ammesso di aver incaricato Barbieri di andare a casa della ex consorte ma ha sostenuto di avergli detto solo di spaventarla, non di ammazzarla. Il prezzo pagato per darle una lezione sarebbe stato di 2.000 euro. I due uomini sono accusati, a vario titolo, del delitto di Faenza, un delitto aggravato dalla premeditazione e dai motivi abietti.