Ilva al Governo: “Sbloccate gli impianti o non disinquiniamo”

Pubblicato il 7 Novembre 2012 - 15:53 OLTRE 6 MESI FA

TARANTO – “Ridateci gli impianti o non disinquiniamo. Noi rispettiamo le prescrizioni ambientali se ci restituiscono le centrali”. Questa la richiesta dell’Ilva di Taranto che fa notare come le decisioni prese dalla Procura siano “incompatibili con le attività dell’Aia”. ”Questa azienda non può, allo stato attuale, legittimamente formulare alcuna dichiarazione d’impegno”, né ”elaborare un piano industriale, né delineare previsioni finanziare” con ”gli impianti delle aree a caldo sottoposti a sequestro preventivo”, è un passaggio della risposta sull’Aia che l’Ilva ha inviato al ministero dell’Ambiente.

Per la Procura ”l’unica misura per eliminare le emissioni inquinanti” è ”lo spegnimento degli impianti e tale disposizione, in via di attuazione, è incompatibile e in evidente contrasto con le attività dell’Aia”, spiega ancora l’azienda.

”Le disposizioni impartite dalla procura della Repubblica di Taranto – spiega l’azienda – impongono ai custodi, come unica misura necessaria alla eliminazione delle emissioni inquinanti, lo spegnimento di diverse parti degli impianti in sequestro (cokerie, altiforni, acciaierie)”.

”L’azienda non ha la giuridica e materiale disponibilità degli impianti – scrive il presidente Bruno Ferrante al ministero – e su essi non può operare alcun intervento manutentivo e modificativo”. L’Ilva ad ogni modo, riporta l’Ansa, dà la propria ”disponibilità, in linea di massima e tenuto conto” del sequestro degli impianti, a ”dare applicazione alle disposizioni” dell’Autorizzazione integrata ambientale.

”Ho convocato l’Ilva per venerdì a Roma per verificare insieme con loro il percorso che intendono seguire per rispettare quello che abbiamo prescritto con l’Autorizzazione integrata ambientale”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini.

L’Ilva – ha osservato – ha avuto un’autorizzazione pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 27 ottobre che prevede un impegno importante per questa azienda per adeguare le tecnologie di produzione ai piu’ avanzati standard europei che entreranno in vigore a partire dal 2016: noi li facciamo partire subito”.

Nella vicenda, ha aggiunto Clini, ”mi aspetto dall’Ilva che raccolga questa sfida e che investa perchè è anche il modo per crescere. Se l’Ilva si illude di poter continuare a produrre senza aggiornare le tecnologie si sbaglia – ha ammonito il ministro- se altri si illudono di poter vietare all’Ilva di investire nelle tecnologie innovative si sbagliano pure”.