Ilva: 2mila operai verso la cassa integrazione. Nessuna intesa con i sindacati

Pubblicato il 6 Novembre 2012 - 15:28 OLTRE 6 MESI FA
Ilva (Lapresse)

TARANTO – In cassa integrazione 2mila operai dell’Ilva di Taranto. Questa la misura presa in considerazione dall’azienda, misura che se approvata riguarderà i dipendenti dell’area a freddo dello stabilimento, a partire dal 19 novembre prossimo. L’azienda ha incontrato i sindacati ma per ora il vertice si è concluso con un nulla di fatto.

“Oggi è l’ultimo giorno concesso all’azienda per esprimere valutazioni sull’Aia. E’ già grave che abbia atteso tutto questo tempo, ma si faccia sentire e prenda impegni concreti per il futuro della fabbrica”. Lo ha affermato il segretario generale della Fiom Cgil di Taranto, Donato Stefanelli, nel corso di una conferenza stampa tenuta prima dell’incontro con l’azienda.

”Dal 26 luglio scorso, giorno della notifica del sequestro preventivo, l’attività dell’Ilva non è rallentata. Si continua a lavorare – ha precisato Stefanelli – al 70 per cento della capacità produttiva, esattamente come un anno fa. Nessuna risposta concreta, invece, sugli investimenti necessari per ottemperare alle prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale. Questo clima di incertezza sta creando grandi tensioni tra i lavoratori ed alcuni ex sindacalisti stanno cavalcando questa protesta in modo strumentale”.

Il riferimento è al Comitato ‘Cittadini e lavoratori liberi e pensanti’ e all’Usb (Unione sindacale di base), che il segretario della Fiom definisce ”due facce della stessa medaglia”. ”Dal giorno dell’incidente in cui ha perso la vita Claudio Marsella è in atto una campagna denigratoria nei confronti di Fim, Fiom e Uilm. Ci addebitavano – osserva Stefanelli – la morte dell’operaio, ci chiamavano assassini. Nel pomeriggio ci fu un sit in sotto la sede dei sindacati e poi l’occupazione del palazzo, che richiama tempi davvero bui”. ”In questa città – ha concluso Stefanelli – c’è lo stesso clima di istigazione all’odio che in passato è degenerato in episodi di violenza. Per questo diciamo basta e invitiamo tutti al buon senso”.