Ilva di Taranto, tumori per le donne aumentati del 76%

Pubblicato il 22 Ottobre 2012 - 12:40 OLTRE 6 MESI FA
Ilva, la protesta degli operai blocca Taranto

TARANTO – I tumori a Taranto sono aumentati del 76%  donne, passando dal 24% nel 2008 al 100% nel 2009. Il tasso di mortalità per tutte le cause è aumentato del 14% per gli uomini e dell’8% per le donne. Lo stabilimento dell’Ilva è il maggiore responsabile, secondo i dati emersi dall’incontro del 22 ottobre tra il ministro della Salute Renato Balduzzi e le associazioni ambientaliste.

L’Istituto Superiore di Sanità ha diffuso insieme all’Oms, Organizzazione mondiale della salute, il rapporto del progetto “Sentieri” sui siti italiani inquinati.

I DATI AL 2009 – La mortalità per i cittadini di Taranto è aumentata dell’11% nel 2009 rispetto alle aspettative di morte di tutti i residenti in Puglia. Nel 2008 era del 10%. Dati aggiornati al 2009 che lanciano un nuovo allarme.

In particolare, si registra un incremento dei tumori al fegato (+75%), linfoma non Hodgkin (+43%), corpo utero superiore (+80%), polmoni (+48%), tumori allo stomaco (+100%), tumore alla mammella (+24%).

Complessivamente è stato registrato un aumento di tutti i tumori del 30% mentre per i bambini si registrano incrementi significativi di contrazione malattie per tutte le cause nel primo anno di vita.

Nello specifico per gli uomini il rapporto registra un incremento del 14% per tutti i tumori, +14% per le malattie circolatorie, +17% per quelle respiratorie, +33% per i tumori polmonari, +419% per i mesoteliomi pleurici. Per le donne invece è stato registra un aumento del 13% per tutti i tumori, +4% per le malattie circolatorie, +30% per i tumori polmonari, +211% per il mesotelioma pleurico.

“ILVA MAGGIORE RESPONSABILE” – Balduzzi ha dichiarato che il rapporto “Sentieri” punta il dito contro l’Ilva: “Lo stabilimento siderurgico, in particolare gli impianti altoforno, cokeria e agglomerazione, è il maggior emettitore nell’area per oltre il 99% del totale ed è quindi il potenziale responsabile degli effetti sanitari correlati lì al benzopirene”.

INCONTRO A TARANTO– L’incontro convocato da Balduzzi ha sottolineato la situazione ambientale e di salute pubblica nel territorio di Taranto. Assenti per protesta all’incontro i rappresentanti del comitato “Donne per Taranto”. Assente anche Cataldo Ranieri, del comitato “Cittadini e lavoratori liberi e pensanti” perché, secondo quanto riferito dagli ambientalisti, l‘Ilva, della quale Ranieri è dipendente, non avrebbe dato il consenso all’uscita dallo stabilimento del lavoratore. Balduzzi ha dichiarato: “La sensazione è che si debba fare qualcosa di più, e questo vale sia per il piano di monitoraggio sanitario sia per ciò che sta dentro l’Aia per l’Ilva così come per il piano di prevenzione”.

Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink Taranto, ha detto citando i dati: ” livelli di diossine e Pcb osservati nel sangue degli allevatori di masserie nella fascia 0-15 km dal polo industriale sono consistentemente più elevati di quelli osservati a distanze maggiori”.

“TUTELARE I LAVORATORI” –  Il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, ha dichiarato: “E’ positivo che il ministro sia venuto a Taranto ad illustrare questi dati e che abbiano parlato tutti. Io ho ribadito gli aspetti sanitari elencati in sede di riesame dell’Aia all’Ilva, partendo dalla tutela dei lavoratori. Non è possibile che un lavoratore dell’altoforno debba lavorare fino a 70 anni. Non tutti i lavori sono uguali – ha aggiunto – e bisogna considerare quelli usuranti. Poi ho sottolineato che dal punto di vista sanitario bisogna fare in modo che i nostri malati non debbano andare fuori. Quindi ho chiesto una deroga al blocco delle assunzioni per l’Asl e per l’Arpa in reazione a controllo e prevenzione”. Per il sindaco ”è assurdo che gli abitanti del rione Tamburi debbano andare a fare gli esami specialistici in altri quartieri e che i tarantini debbano andare fuori dalla città. Basta con i viaggi della speranza”.

IL MINISTRO CLINI: “NECESSARIO UN PIANO STRAORDINARIO” – Per il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, ”I dati sui tumori e la mortalità impongono un programma straordinario per la prevenzione dei rischi ambientali e la protezione salute della popolazione. I dati trasmessi confermano che l’inquinamento ambientale associato alle attività industriali e cantieristiche dei decenni passati ha un ruolo significativo negli eccessi di mortalità per alcune tipologie di tumori”.  Da qui il protocollo di intesa dello scorso luglio, che obbliga le imprese a rimuovere le sorgenti di rischio per la salute di chi vive vicino agli impianti.

Clini ha difeso l’Aia, l’Autorizzazione Integrata Ambientale: ”A questo proposito voglio rilevare che i dati relativi al quartiere Tamburi hanno giustificato le misure severe e urgenti previste dall’Aia relative all’area a caldo ed al parco geominerario dello stabilimento Ilva”. Clini ha sottolineato i rischi per i bambini. “I dati sui tumori infantili confermano e rafforzano l’urgenza di un programma straordinario per il monitoraggio e la protezione della salute della popolazione di Taranto”.

Il ministro ha però messo in guardia da un possibile errore: ”Trasferire i dati che riguardano la storia sanitaria di decenni alla situazione attuale dell’Ilva è un’operazione tecnicamente scorretta. I dati del rapporto presentato dal ministro Balduzzi fanno riferimento ad una popolazione esposta da decenni a molti rischi ambientali: per esempio emerge in maniera molto significativa il dato dei tumori provocati dall’amianto, usato abbondantemente fino a inizio anni ’80 nei cantieri navali. Mi sembra un po’ azzardato affermare che i tumori per l’amianto siano riferibili all’Ilva”.

L’ILVA: “DATI RELATIVI AGLI ULTIMI 30 ANNI” – L’Ilva ha sottolineato come i dati del rapporto siano relativi al passato, e non solo al presente: ”I dati dello studio ‘Sentieri’ esposti oggi dal Ministro Balduzzi richiedono un’attenta e approfondita analisi. Da una prima lettura emerge una fotografia che rappresenta un passato legato agli ultimi 30 anni e non certo il presente”.