PARIGI – Quando Amedy Coulibaly è entrato mitra in mano nel market ebraico ha avuto fortuna e intuizione. Due doti che gli hanno probabilmente consentito di salvare la vita sua, di suo figlio di tre anni, e di almeno altre tre persone. Almeno perché Lassana, 30 anni, dipendente del supermercato efbraico, da quel momento è diventato l’informatore più prezioso della polizia.
Lassana, nel momento dell’irruzione del terrorista si trovava sul fondo del supermercato, alle prese con prodotti e scaffali. Il tempo di capire cosa stava succedendo e di prendere suo figlio di tre anni. Poi è scappato nella cella frigorifera insieme a tre donne e al figlio, e l’ha chiusa dall’interno. Dopo averla spenta. Fortuna, perché Coulibaly non l’ha visto. Intuito, perché ha scelto il posto giusto e la strategia giusta.
Lassana, infatti, in quel momento ha scritto un messaggio alla mamma, ha chiesto di non essere chiamato e di girare immediatamente il suo numero alla polizia. Tempo 10 minuti e sono iniziati gli sms tra l’ostaggio nascosto nel freezer e le teste di cuoio.
Lassana ha potuto così dire che Coulibaly era solo, che armi avesse, cosa stesse dicendo e dove fossero gli ostaggi. Informazioni chiave per chi il blitz doveva organizzare e realizzare.
In quel freezer, insieme al figlio coperto dal suo giacchetto e alle tre donne, Lassana ci è rimasto per cinque ore. Non è uscito nemmeno quando sono cessati gli spari. I cinque hanno aspettato che fosse la polizia ad aprire. E’ uscito tra gli ultimi, il bambino in braccio. Correndo. Verso una libertà che solo qualche ora prima sembrava lontanissima.