Immigrazione, Sant'Egidio: "2500 morti nel 2011 nei viaggi verso l'Europa"

ROMA, 16 GIU – Sono gia' 2.532 i migranti morti nei primi cinque mesi del 2011 durante il loro ''viaggio della speranza'' verso l'Europa: in tutto il Mediterraneo i morti sono 1.820, di cui 1.633 in viaggio via mare verso l'Italia. Sono i dati di Fortress Europe forniti dalla Comunita' di Sant'Egidio in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato e della veglia di preghiera in memoria delle vittime dei viaggi verso l'Europa, promossa oggi da Sant'Egidio nella basilica di Santa Maria in Trastevere con il Centro Astalli, la Federazione delle Chiese Evangeliche, la Fondazione Migrantes, Caritas e Acli. ''Dal 1990 almeno 17.597 persone sono morte nel viaggio lungo le frontiere dell'Europa – fa sapere la Comunita' di Sant'Egidio -. Il cambiamento degli assetti geopolitici che sta interessando i Paesi del Nord Africa e in particolare il conflitto in Libia, hanno spinto molte persone ad intraprendere le pericolose traversate in mare''. In questo contesto sono ''allarmanti'' i dati dei primi cinque mesi del 2011, con i 1.820 morti nel Mediterraneo, di cui 1.633 in viaggio verso l'Italia (2.444 i migranti diretti in Italia morti in totale sui vari tragitti). E il bilancio e' probabilmente piu' tragico se si pensa a quanti si trovavano a bordo di imbarcazioni di cui non si e' avuta piu' notizia e che non sono mai riuscite a toccare le nostre coste. ''Due le rotte principali da cui si sono originati i flussi di migranti via mare dall'inizio del 2011: la Tunisia e la Libia – rileva ancora Sant'Egidio -. 187 persone sono annegate sulla rotta tunisina, mentre, la rotta libica e' quella che desta maggiore preoccupazione e che ha fatto registrare, nel periodo considerato, la morte in mare di 1.633 migranti subsahariani''.

La condizione di chi proviene dalla Libia in guerra ''e' di estrema vulnerabilita': minacciati da tutte le parti in conflitto sono costretti ad intraprendere la traversata su imbarcazioni fatiscenti e sovraccariche pur di raggiungere un rifugio sicuro in Europa''. Secondo la Comunita', ''di fronte a questi dati non si puo' rimanere in silenzio. Si tratta di uomini, donne e bambini in fuga da situazioni di conflitto, di gravi violazioni dei diritti umani e di persecuzioni. In cerca di un luogo sicuro sono, invece, andati incontro alla morte''. E anche una sola di queste vite perse in mare ''e' una sconfitta per tutti che non puo' e non deve lasciare indifferenti''. In occasione della veglia di preghiera, presieduta dal presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, mons. Antonio Maria Veglio', le organizzazioni promotrici fanno appello alla comunita' internazionale e alle istituzioni ''affinche' si proceda all'apertura urgente di canali umanitari e si garantisca il trasferimento delle persone verso luoghi sicuri''. ''Solo uno sforzo congiunto in questo senso – sottolinea Sant'Egidio – puo' permettere alle persone in fuga di non rischiare la propria vita in mare''.

Gestione cookie