Immigrazione, scoperta a Grosseto la 'fabbrica' dei finti permessi

GROSSETO, 31 MAG – Contratti di lavoro falsi per
avere permessi di soggiorno falsi. In cambio di soldi, anche se
le donne provenienti dall'Est Europa era concesso qualche sconto
a fronte di favori, cioe' prestazioni sessuali. E' quanto emerge
da una vasta inchiesta di procura e carabinieri di Grosseto
sull'immigrazione clandestina che ha portato il gip Pietro
Molino ad emanare cinque misure cautelari, per altrettanti
arresti domiciliari, a carico di tre italiani e due stranieri.
L'accusa e' di favoreggiamento ma e' stata contestata anche
l'associazione a delinquere.
La 'fabbrica' di permessi falsi che sta emergendo in Maremma
avrebbe come capofila – questo emerge dalle indagini dei
carabinieri – un ex dipendente della Confesercenti, Marcello
Moretti, 58 anni, da due anni in pensione, agli arresti
domiciliari. Arrestati anche Paolo Palumbo, 45 anni, titolare di
un'agenzia di infortunistica stradale, gia' coinvolto in
un'altra inchiesta simile il marzo scorso; una dipendente della
Confesercenti, Chiara Chimienti, 30 anni; un imprenditore
albanese, Reno Kaja, 32 anni, a capo di una ditta che si occupa
di servizi agricoli; un disoccupato pakistano, Irfan Muhamed
Khan, 33 anni. Secondo i carabinieri ognuno faceva riferimento a
Moretti per funzioni diverse: individuare i clandestini cui
offrire permessi illegittimi; realizzare presupposti falsi per
la consegna dei permessi di soggiorno come contratti di lavoro
per impieghi mai onorati presso alberghi, in agricoltura, come
badanti presso famiglie, in ristoranti; istruire e portare a
compimento le pratiche. Tutto questo dietro pagamento di soldi:
11.000 euro costerebbe il viaggio e il permesso falso dall'Est
asiatico all'Italia. Un po' meno – circa 7-8.000 euro – il
'pacchetto' dall'Europa Orientale. A volte il pagamento e' fatto
nel paese di origine in un'unica soluzione; a volte in piu'
tranche. Le indagini sono iniziate nel 2009, approfondendo una
storia di violenza sessuale di cui e' accusato Moretti, vicenda
risalente al 2010 per cui una giovane straniera ha anche
rivelato l'esistenza di un 'giro' di permessi falsi.
Nell'inchiesta finora sono stati accertati circa 20 casi
sicuri di clandestini cui sono stati venduti permessi falsi da
questa organizzazione con base a Grosseto. Ma, secondo quanto
emerge, i carabinieri avrebbero individuato piu' filoni.

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