Test d’italiano e di educazione civica per il permesso di soggiorno. A punti

ROMA – Gli immigrati in Italia avranno due anni di tempo per imparare l’italiano, grammatica compresa, e l’educazione civica: dopo potranno fare il test per ottenere la carta di soggiorno. Naturalmente, scrive Repubblica, dovranno passare l’esame, ottenendo un punteggio minimo di trenta. Chi invece prenderà zero verrà espulso. Chi otterrà tra sedici e trenta punti verrà rimandato e avrà un anno di tempo per prepararsi e recuperare.

A stabilire le regole dei nuovi test per gli immigrati è l'”Accordo di integrazione tra lo straniero e lo Stato”, introdotto col pacchetto sicurezza Maroni nel 2009 e approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. L’accordo è rivolto a tutti gli stranieri non clandestini dai 16 anni in su che entrano per la prima volta in Italia, chiedendo un permesso di soggiorno superiore a un anno.

L’accordo viene stipulato automaticamente quando si presenta la domanda di soggiorno. L’immigrato dovrà così frequentare i corsi gratuiti di cinque-dieci ore entro tre mesi dalla stipula dell’accordo. Anche attraverso lo studio personale dovranno imparare la grammatica italiana e le nozioni di base sulle istituzioni pubbliche, il lavoro e gli obblighi fiscali.

Inizialmente a tutti vengono assegnati 16 crediti. Frequentando i corsi i punti aumentano. Altri modi per incrementare il numero dei punti, ricorda Repubblica, sono l’iscrizione al sistema sanitario nazionale (4 punti), avere un’attività commerciale (4 punti) o una casa (fino a 12 punti), conoscere bene l’italiano (fino a 30 punti) o essere in possesso di un titolo di studio (da 4 crediti per la licenza media fino a un massimo di 64 per un dottorato di ricerca).

Se però l’immigrato subisce una condanna penale, anche non definitiva e commette gravi illeciti amministrativi o tributari, i punti vengono decurtati.

Un mese prima dello scadere del biennio c’è la verifica. E l’eventuale assegnazione del permesso di soggiorno.

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