L’Imu? Tassa sulla casa più alta in Europa, compravendite crollate del 24%

ROMA – L’Imu fa crollare l’acquisto di nuove case o no? Fa aumentare gli affitti o no? L’associazione costruttori ha diffuso alcuni dati che aiutano a mettere qualche punto fermo: sulla casa l’Italia ha il primato della tassazione più alta in Europa. Da un anno a questa parte la compravendita di abitazioni è crollata del 24%. Certo, ci sono altri fattori: è crollata anche la disponibilità da parte delle banche a erogare mutui, oltre che la propensione delle famiglie ad azzardare investimenti. Ma non si può negare un diretto effetto tra l’arrivo dell’Imu e un’irrigidimento di questo settore del mercato.

Il presidente dell’Ance Paolo Buzzetti ha accusato l’Imu, che ”disincentiva gli affitti e mette in difficoltà le famiglie che hanno comprato casa”. Lo ha detto presentando i dati dell’osservatorio congiunturale del settore. L’associazione dei costruttori rivolge un appello al governo affinche’ ”inverta la rotta nei confronti del settore, altrimenti diventa accanimento che non ha uguali in nessun altro governo europeo”. Certo, ha proseguito Buzzetti, ”la cosa più facile è mettere le tasse sulla casa, i fondi Fas sono stati il bancomat di tutti i governi italiani ma ora che i successi internazionali sono salvi, si deve invertire la rotta” ha ribadito. I risultati dell’osservatorio hanno sancito il difficile momento del settore immobiliare: le compravendite delle case hanno subito un crollo che sfiora il 24% (-23,9%) nei primi nove mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2011.

Alla base del calo, secondo l’Ance, la stretta dei rubinetto del credito alle famiglie (nel primo semestre 2012, si è registrato quasi il dimezzamento dei mutui erogati, -47,9%, evidenziano i costruttori), oltre al clima di incertezza che scoraggia e rinvia le decisioni di acquisto.

”A ciò si aggiunga l’ulteriore inasprimento dell’Imu – sottolinea Buzzetti – che è di fatto una patrimoniale che rischia di produrre effetti fortemente penalizzanti, soprattutto sugli immobili per investimento, vale a dire seconde case, case per l’affitto ecc”. Eppure sulla casa esiste una domanda insoddisfatta: secondo l’Ance il fabbisogno potenziale è di circa 596.000 abitazioni. La crisi del mercato della casa si innesca nella crisi più generale del settore: quello dei costruttori è un vero e proprio allarme. L’edilizia non vede la luce in fondo al tunnel nel 2013 tanto che l’osservatorio dell’Ance stima una riduzione degli investimenti in costruzioni anche per il prossimo anno: -3,8% sul 2012, e si aggiunge a -7,6% a fine 2012, più sostenuto rispetto alla flessione registrata nel 2011 (-5,3%). Dall’inizio della crisi, il settore che ”rischia la deindustrializzazione”, ha perso 360mila posti di lavoro: pari a 72 Ilva, 450 Alcoa e 277 Termini Imerese. ”Un dato preoccupante – dice Buzzetti – considerando anche i comparti collegati, la perdita arriva a 550mila posti”. L’Ance ha presentato un pacchetto di proposte che va dal fisco al piano-casa per i giovani, alla messa in sicurezza del territorio.

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