Incarichi e nomine al Csm

ROMA – Bruno Tinti sul Fatto quotidiano racconta del valzer di nomine e poltrone al Consiglio superiore della magistratura. Il 2 novembre bisogna decidere chi occupa la poltrona di Procuratore della Repubblica a Catania.

Il Fatto snocciola i nomi in lizza: “Concorrono Salvi (MD), Gennaro (Unicost) e Tinebra (MI); tutti e tre pezzi grossi delle relative Correnti, non peones da quattro soldi. La spunta Salvi per 13 voti, superando Gennaro (11 voti) e Tinebra (2 voti). La discussione è accesissima, la battaglia dura, il margine di successo risicatissimo. Una sconfitta pesante per Unicost che vede bocciato un suo rappresentante di spicco proprio nella sua città, dove aveva sempre lavorato (e dove lavora ancora, questo è un problema nel problema)”.

Dopo 24 ore dalla scelta del procuratore di Catania il Csm si deve pronunciarsi sul presidente del Tribunale di Modena. Il Fatto continua: “Vince Zanichelli (15 voti; a suo favore compatti i consiglieri “laici” – i politici – di centrodestra e MI e Unicost) che supera De Santis (7 voti: MD, Movimento e i “laici” di centro sinistra)”.

Il ragionamento del quotidiano è questo: “Proprio per quanto raccontato mercoledì 11 gennaio, è normale che le Correnti votino disciplinatamente il loro candidato. E Unicost e MI insieme contano più voti di MD e Movimento. I “laici” di destra stanno con Unicost e MI; i “laici” di sinistra con MD e Movimento. Zanichelli è sostenuto dalla fazione più forte. Tutto regolare. Invece no. Tanto per cominciare non è regolare per niente che i componenti del Csm votino per fazioni; dovrebbero votare per convinzione personale. (…) La 5° Commissione del Csm, quella incaricata di proporre al Plenum (quello che poi ha nominato Zanichelli) la persona ritenuta più idonea per ricoprire il posto vacante, si era accorta che c’era in gara un fuoriclasse: “De Santis” (…) e aveva votato: a favore di De Santis 4 voti, i 2 di MD e Movimento e i 2 di Unicost; per Zanichelli un solo voto (MI); e un astenuto. Da notare che il connubio Area-Unicost è quasi “contro natura” nella prassi dell’attività del Csm; sicché, se perfino Unicost era d’accordo su De Santis (sostenuto da MD), vuol dire proprio che non c’era storia”.

La conclusione di Tinti è la seguente: “Una qualche spiegazione dovrebbe esserci per il fatto che Casella e Sciacca (e Unicost tutta) il 3 novembre cambiano idea. Però nessuno la racconta. E nessuno la conosce. E nemmeno si può ipotizzare che si sia scoperto qualche cosa di terribile a carico di De Santis tra giugno e novembre: immacolato e bravissimo era a giugno e immacolato e bravissimo è restato a novembre. Così il primo principio di Andreotti ancora una volta si rivela confermato: “A pensar male si fa peccato ma…”. Per finire. A Catania chi lo sa se era meglio Salvi o Gennaro; e, con questa storia delle Correnti che si votano sempre i loro, nessuno lo saprà mai. Ma a Modena sembra proprio che fosse meglio De Santis. Il quale, per non sbagliare, ha dato le dimissioni dalla magistratura”.

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