Incendi Abruzzo e Sicilia, emergenza: “Attacco sistematico non casuale”, c’è la mano dell’uomo, tutti i perché

Incendi Abruzzo e Sicilia, emergenza: “Attacco sistematico non casuale”. “Ieri abbiamo avuto una giornata drammatica, con più di 50 richieste nazionali che hanno interessato tutto il Centrosud”. Lo ha detto il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, a Morning News, su Canale 5.

Incendi Abruzzo e Sicilia, emergenza: “Attacco sistematico non casuale”

E in Abruzzo ieri è stata emergenza. “Ci sono fronti aperti in ogni provincia”. La Regione ha chiesto mezzi e risorse a Roma. Treni con ritardi di oltre 400 minuti sulla ferrovia adriatica. Caselli autostradali chiusi.

Automobili bloccate per ore sulle statali e sulle strade interne. Pesantissimi gli effetti sulla viabilità a causa degli incendi che stanno letteralmente mettendo in ginocchio gran parte dell’Abruzzo.

Il presidente dell’Abruzzo Marsilio: “C’è dietro la mano dell’uomo”

“Abbiamo avuto come dire un attacco sistematico con decine di focolai in tre province. Ovviamente non è per niente casuale ed è inutile pensare che si tratti solo di casualità di natura.

Quando accade questo nei giorni di maggior caldo e vento e in maniera così sistematica e scientifica in punti di difficile accesso con difficoltà per spegnere è chiaro che c’è quasi sempre la mano dell’uomo dietro e spero che le indagini e la magistratura e gli inquirenti facciano uno sforzo importante per assicurare alla giustizia questi delinquenti che mettono a rischio vite umane oltre a distruggere un patrimonio ambientale preziosissimo”.

Gli affari delle mafie dei terreni

E, dall’Abruzzo al Molise, dalla Sicilia alla Sardegna, e Calabria, Puglia, il Centrosud brucia senza requie: d’estate sempre, ma anche durante l’anno. C’entrano il cambiamento climatico e la siccità, l’abbandono delle campagne con conseguente incuria di sentieri e strade provinciali, barriera una volta efficace al propagarsi degli incendi. 

Ma la natura dolosa è il presupposto fondamentale. Per vari motivi. Quando non vengono direttamente rinvenute le tracce degli inneschi, la simultaneità e l’estensione degli incendi rinviano a un piano preordinato.

Entrano in azione le diverse mafie dei terreni (boschi e pascoli), con diversi obiettivi. Allargare le proprietà dei terrei favorendo l’estensione dei proprietari recalcitranti alla vendita. Edificare dove esistono vincoli ambientali o paesaggistici. Truffare le istituzioni locali, nazionali e comunitarie. Procurare gli spazi per gli sversamenti illeciti di rifiuti di ogni tipo.

“E che dire della Calabria dove spesso operai infedeli appiccano volontariamente il fuoco perché sanno che in quel modo l’anno successivo hanno il posto assicurato nel ripascimento?” (dal Sole 24 ore). 

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